Arrabbiati con gli adulti e gender fluid: chi sono i ragazzi della Generazione Z
Tutti i giorni si sente parlare di Generazione Z, ma in pochi sanno darne una definizione o elencarne le caratteristiche. Ci hanno provato Daniele Grassucci e Federico Taddia, entrambi da sempre attentissimi al mondo giovanile, l'uno come fondatore e direttore del portale Skuola.net, l'altro come giornalista, scrittore e autore televisivo, che hanno deciso di far parlare direttamente 30mila ragazzi tra i 12 e i 17 anni, a cui hanno posto un centinaio di domande che facessero emergere ogni loro sfaccettatura per spiegare cosa sia davvero la Generazione Z. Le risposte sono contenute in "Chi sono? Io. Le altre. E gli altri", edito da De Agostini, che più che un libro, rappresenta un vero e proprio atlante dell'universo GenZ, utile soprattutto ai grandi, per capire davvero le
nuove generazioni, sulla base di 12 temi, amicizia, amore, corpo, credo, felicità, futuro, impegno, passioni, paure, rabbia, rivoluzioni, social.
Così, tra le caratteristiche della Generazione Z, emerge l'essere gender fluid: stando a quanto emerge dalle interviste ai ragazzi, sembra proprio che maschio e femmina siano due categorie ormai superate, dal momento che il 10% afferma di non identificarsi in un genere preciso o preferisce non rispondere alla più classica delle domande con risposta binaria. Altro tratto distintivo è l'essere arrabbiati con gli adulti: i "nemici" numero uno sono, ovviamente, i genitori, seguiti dai fratelli e dalle sorelle, che a sorpresa precedono i prof. E purtroppo, anziché reagire, nella maggior parte dei casi per sfogare la rabbia si chiudono in sé stessi: lo fa puntualmente 1 su 4. Oppure se la prendono col proprio corpo (mangiando, trasgredendo con alcol e droghe, facendosi del male): è così per quasi 1 su 5.
I giovani di oggi hanno anche ben presente quali sono i settori nei quali devono intervenire. Sul podio delle priorità mettono la scuola (46%), la politica (21%), l’ambiente (16%). A proposito di quest’ultimo punto, considerano Greta Thunberg la più grande rivoluzionaria del proprio tempo. Non poteva essere altrimenti per la generazione dei “Fridays for future”. Che, per dirla con le loro parole, deve “sistemare i casini con cui ci lasciano quelli che sono passati prima di noi. Dalla politica all’economia”. Ed anche per quanto riguarda il futuro sembrano avere le idee molto chiare. Più di 6 su 10 cercheranno di inseguire prioritariamente un lavoro che realizzi i propri sogni, solo il 27% cercherà principalmente il benessere economico mentre il 12% perseguirà l’abbondanza di tempo per sé. In oltre 8 casi su 10, poi, vorrebbero costruire una famiglia soprattutto attraverso un legame matrimoniale. E 3 su 4 aspirano a diventare genitori. Ma, ragionando in modo maturo, non vogliono bruciare le tappe: prima di mettere su famiglia bisogna raggiungere una certa ‘stabilità’ personale ed economica. Anche perché, in fondo, i soldi contano poco solo per il 3% di loro.