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Arezzo, partorisce con documenti falsi per cedere la figlia a coppia che non può averne

La ragazza si era messa d’accordo con la coppia di coniugi che non poteva avere figli: avrebbe partorito la bambina a nome della moglie, e poi l’avrebbe ceduta immediatamente a loro. Le analisi dell’ospedale, però, hanno fatto saltare la messa in scena.
A cura di C. T.
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Quattro mesi fa in Valdarno, nella zona di Arezzo, una giovane donna rom ha partorito una bambina utilizzando documenti falsi, appartenenti a un'altra donna. La ragazza si era messa d'accordo con la coppia di coniugi che non poteva avere figli: avrebbe partorito la bambina a nome della moglie, e poi l'avrebbe ceduta immediatamente a loro. Le analisi dell'ospedale, però, hanno fatto saltare la messa in scena. Nel mese di agosto, infatti, la direzione sanitaria dell'ospedale valdarnese della Gruccia ha richiesto l'intervento degli agenti del commissariato di Montevarchi e ha fatto scattare le indagini, sostenendo che il parto presentava delle "anomalie". Da alcune analisi condotte in laboratorio, infatti, era emerso un dato strano: il gruppo sanguigno della bambina non coincideva con quello dell'uomo che l'aveva registrata come figlia. Il trentenne di origine romena è stato convocato in commissariato, insieme alla moglie, coetanea e connazionale.

Controllando i documenti della donna, il vicequestore aggiunto Mauro Mancini Proietti si è accorto che la fotografia presente sul suo documento sembrava essere stata staccata e riattaccata. Dello stesso documento – con una foto diversa – si era servita in ospedale la donna che aveva partorito la bambina – diversa dalla moglie del trentenne. Gli agenti hanno quindi scoperto che la neonata era figlia della giovane rom, che l'aveva ceduta alla coppia che si era rivolta a lei perché impossibilitati ad avere figli.

L'uomo è stato denunciato per "alterazione di stato", per aver registrato la bambina come sua figlia. Gli agenti dovranno adesso capire se ci sia stato anche scambio di denaro o legami con una qualche organizzazione internazionale – anche se al momento non sembrano emergere dettagli di questo tipo. La bambina è stata affidata ai servizi sociali di Montevarchi dal Tribunale dei minori, e poi affidata a una famiglia lontana dal Valdarno.

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