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Appalti: gare truccate sulle autostrade siciliane, 8 arresti

L’operazione della Direzione investigativa antimafia su ordine della procura di Messina ha portato all’arresto di funzionari del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, e imprenditori.
A cura di B. C.
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Funzionari del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, e alcuni imprenditori sono stati arrestati nel corso di un’operazione della Dia di Messina e del centro operativo di Catania. Le accuse, a vario titolo, sono turbata libertà degli incanti, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione. Il gip del Tribunale di Messina Maria Luisa Materia ha firmato otto ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e due misure di interdizione nei confronti di due imprese per la durata di due mesi. Le indagini hanno portato a far luce su un sistema di pilotaggio degli appalti in cui gli indagati avrebbero truccato le gare dei lavori sulle autostrade siciliane. L’attività investigativa si è sviluppata a partire da verifiche effettuate sulla gestione della “Tecnogest srl” riconducibile all’imprenditore Antonino Giordano e dichiarata fallita su istanza del Pm. Dalle intercettazioni di Giordano sarebbe venute  fuori anomalie riguardo l'assegnazione dell'appalto il 9 maggio 2013 riguardo al servizio di sorveglianza attrezzata per interventi urgenti e assistenza al traffico sulle autostrade Messina-Catania, Siracusa-Rosolini e Messina -Palermo.

“Quella gara d'appalto  –  rilevano i magistrati, si legge su Repubblica – sarebbe stata truccata con il coinvolgimento del dirigente del Cas Letterio Frisone e degli imprenditori finiti ai domiciliari, che di comune accordo, avrebbero turbato la gara concordando le offerte da presentare e le percentuali di ribasso. Una volta aggiudicata la gara, vinta da uno degli imprenditori che invece doveva solo partecipare, inizia la cooperazione tra tutti gli imprenditori nella fornitura dei servizi, dei mezzi e degli operai, il tutto con il placet del dirigente del Cas Letterio Frisone che in cambio avrebbe ottenuto 100 mila euro in contanti e la ristrutturazione di una casa di sua proprietà ad Acqualadroni, un paese in provincia di Messina”.

Ci sarebbero poi altri episodi vagliati dagli inquirenti: uno di corruzione l’altro di induzione indebita all’assunzione di personale, che vedrebbero coinvolti Giacomo Giordano, fratello di Antonino. Nel primo caso, avrebbe offerto una mazzetta da 500 euro a Marco Sbrenni, dirigente della Aeroporti di Roma spa, per ottenere riduzioni sulle sanzioni contrattualmente previste in caso di inadempienze della “Meridional service srl”, che nello scalo aereoportuale si occupava della pulizia. Nel secondo caso, l’induzione indebita all’assunzione di personale sarebbe stata intrapresa da Ettore Filippi consigliere del cda della ‘Fondazione Irccs policlinico San Matteo’ di Pavia nei confronti di Giacomo Giordano. Nello specifico Filippi, avrebbe costretto Giordano, in cambio della liquidazione di prestazione rese ad ingaggiare un romeno alla “Meridional Service srl” appaltatrice del servizio di pulizia dell’ospedale, ingaggio poi avvenuto, prospettando in caso contrario “conseguenze contrattuali pregiudizievoli”.

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