Anziano gettato nel pozzo, indagini chiuse: “Pedrazzini è morto per i maltrattamenti dei famigliari”
Giuseppe Pedrazzini non è stato ucciso ma è morto per i maltrattamenti subiti per mesi e che lo hanno portato alla morte. Per questo il capo d'imputazione per gli indagati ora non è più omicidio ma maltrattamenti, sequestro di persona, omissione di soccorso, soppressione di cadavere e truffa. Si chiudono così le indagini sulla morte del 77enne trovato nel pozzo della sua casa a Cerrè Marabino (Toano) l'11 maggio 2022.
Sotto accusa sono finiti la moglie, Marta Ghilardini, che si è sempre proclamata innocente, la figlia Silvia Pedrazzini e il genero Riccardo Guida. I tre secondo il pm Piera Cristina Giannusa avrebbero cagionato la morte dell'anziano, arrivando a non chiamare nemmeno i soccorsi il giorno del decesso e lo avrebbero poi gettato nel pozzo, probabilmente per continuare a riscuoterne la pensione.
L'anziano, prima della morte, era stato segregato in casa dai famigliari che hanno così gestito in totale autonomia i suoi beni, mobili e immobili. I tre gli avrebbero impedito da dicembre 2021 a maggio 2022 ogni contatto telefonico con amici e familiari che non hanno mai potuto andare a trovarlo. Pedrazzini sarebbe stato relegato a letto, chiuso in casa, e alimentato solo con del brodo.
In questi mesi dunque all'uomo non sarebbero state date le cure mediche necessarie e inoltre la figlia gli avrebbe somministrato dei tranquillanti per evitare che si agitasse. Il giorno della morte infine la moglie dinanzi all'aggravarsi delle condizioni del marito avrebbe chiesto aiuto alla figlia che avrebbe somministrato al padre dei farmaci da banco.
I tre indagati rigettano ogni accusa, spiegando che l'anziano era chiuso in casa perchè impossibilitato a muoversi: per loro la Procura chiederà il rinvio a giudizio. “Pedrazzini non sarà stato ucciso – il commento dell’avvocata Naima Marconi, che tutela le sorelle e il fratello del 77enne – dal processo mi aspetto però che si faccia luce sulle circostanze che hanno condotto al decesso”.