Anziani morti e intossicati in Rsa, nessun cibo contaminato: cosa è emerso dai primi campioni analizzati

Non sarebbe stato del cibo contaminato a uccidere tre anziani e a intossicarne altri 114 in diverse Rsa tra Firenze e il Mugello. È quanto emergerebbe dai primi risultati degli esami effettuati sui campioni prelevati dalle cucine delle strutture coinvolte: Villa Desiderio a Settignano, L’arcolaio a Firenze, Villa San Biagio a Dicomano e Monsavano a Pelago.
Secondo quanto riporta il Corriere Fiorentino, per tutta una serie di batteri le analisi condotte dagli ispettori dell’Asl Toscana centro sugli alimenti serviti avrebbero dato esito negativo. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, ipotizzando i reati di adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari e omicidio colposo.
Nei prossimi giorni gli accertamenti proseguiranno e gli esami autoptici disposti dagli inquirenti serviranno a capire se, a differenza dei campioni di cibo trovati nei frigo, le vittime abbiano avuto una qualche conseguenza dovuta alle pietanze ingerite.
Chi indaga ipotizza che si possano essere stati problemi legati al centro cottura, successivamente sospeso dall'Asl, al cibo portato da un fornitore esterno o al processo di scongelamento.
I tre i pazienti deceduti sono Giampiero Samuelli, Daria Tanzini e Carla Ferretti, morti domenica 9 febbraio. La Procura di Firenze aveva deciso di disporre prima l'autopsia su una delle tre vittime, non ancora seppellita, mentre ora ha chiesto di eseguire l'esame anche sulle altre due, dopo un esposto presentato dalle famiglie.
Le riesumazioni avverranno oggi, giovedì 20 febbraio, a Figline Valdarno e domani, venerdì 21, a San Giovanni Valdarno.
Intanto, il Nas e l'Asl, che pochi giorni fa, lunedì 17 febbraio, hanno eseguito le prime perquisizioni, potrebbero decidere di verificare se sono stati rispettati tutti i parametri delle convenzioni tra Regione Toscane e le 4 RSA coinvolte, gestite dal gruppo "Sereni Orizzonti".
Al vaglio degli inquirenti, scrive invece La Repubblica, ci sarebbero anche le tempistiche dei soccorsi nelle Rsa, dalla presa in carico degli anziani quando si sono sentiti male fino ai contatti con gli ospedali per l'arrivo delle ambulanze.
Secondo le famiglie, ci sarebbero stati ritardi negli interventi di soccorritori: una delle vittime sarebbe giunta in ospedale dopo le sei del mattino morendo due ore dopo; un'altra sarebbe uscita dalla Rsa in ambulanza verso le otto.
L'inchiesta della Procura fiorentina sta tentando di ricostruire con precisione ogni momento della sera del 9 febbraio, quando sono avvenuti i fatti. Si lavora anche per capire quale e quanto personale fosse presente in quelle ore nelle RSA. È già stata raccolta diversa documentazione, anche sanitaria.
L’avvocato Lorenzo Pellegrini, a nome della famiglia di Gianpiero Samuelli, una delle vittime, ha depositato una memoria difensiva in Procura, si legge su La Nazione. Il legale ha ripercorso quanto accaduto, dalla chiamata partita da Villa Desiderio di Settignano alla morte dell’88enne, soffermandosi sull'atteggiamento del personale della Rsa che aveva etichettato come poco grave il malore.