video suggerito
video suggerito

Anziani imbavagliati e picchiati a Riccione, malvivente incastrato dal Dna dopo 12 anni

Una coppia di anziani nel luglio del 2012 venne sequestrata in casa da due malviventi (presentatisi come carabinieri per una perquisizione) che li derubarono di 15mila euro tra gioielli e contanti. Ora è arrivata la svolta: fermato un 38enne di Reggio Calabria.
A cura di Biagio Chiariello
0 CONDIVISIONI
immagine di repertorio
immagine di repertorio

La giustizia, prima o poi, trova sempre il suo cammino. Ne sa qualcosa il presunto responsabile di una rapina avvenuta il 20 luglio 2012 a Riccione, ai danni di una coppia di anziani, che furono sequestrati nella loro abitazione, picchiati e poi derubati. Il DNA dell'uomo è stato infatti isolato dal Ris dei carabinieri di Parma su una fascetta da elettricista usata per legare i polsi delle vittime.

Si tratterebbe di un 38enne di Reggio Calabria, che, secondo gli investigatori, la sera di oltre 12 anni fa, insieme a un complice (rimasto sconosciuto), si introdusse nell'abitazione della coppia, un imprenditore di 77 anni e la moglie di 67, presentandosi come un carabiniere e con l'obiettivo di una perquisizione legata al sospetto che la figlia fosse una spacciatrice.

I rapinatori bloccarono la donna, la legarono a una sedia e la imbavagliarono. Mezz'ora dopo, il marito subì lo stesso trattamento, ricevendo anche un pugno sul labbro. Poi, i banditi iniziarono a cercare oggetti di valore in casa, riuscendo a portare via dell'oro e del denaro contante. Il bottino finale è stato valutato in 600 euro, un libretto di assegni e gioielli per un valore complessivo di 15.000 euro.

Le indagini erano state affidate ai carabinieri della compagnia di Riccione e ai colleghi del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma. Ma dopo tutto questo tempo, i due rapinatori pensavano di averla fatta franca. Non è stato così, almeno per uno di loro.

Il 5 giugno 2024, la Procura di Rimini ha ricevuto la notizia che le tracce biologiche del rapinatore, rimaste sconosciute per 12 anni, erano finalmente state identificate e corrispondevano a un uomo con precedenti per rapina, ricettazione, porto d’armi, armi clandestine e stupefacenti. Lo stesso individuo era stato fermato dalla polizia stradale di Pesaro sull’A14, pochi giorni prima della rapina a Riccione. Il 38enne, inoltre, era stato in carcere fino al 2020. Sulla base del DNA e dei riscontri provenienti dai controlli, il sostituto procuratore Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio per il sospettato.

L'udienza è stata programmata per il 15 maggio davanti al gip Raffaele Deflorio. Ora l'obiettivo è trovare il suo complice.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views