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Anziana si fa consegnare 6mila euro di carne, ma non la paga: denunciata

Truffa in pieno stile “Febbre da cavallo” a Roma: una ricca signora con una folle passione per la carne è a processo perché, dopo essersi fatta consegnare a casa circa 6mila euro di carne, ha trovato diverse scuse pur di non pagare la merce.
A cura di S. P.
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La passione per la carne ha creato dei problemi a una signora romana di 68 anni, che ora siede tra i banchi degli imputati del Tribunale penale di piazzale Clodio. Le ha creato dei problemi perché la signora, dopo aver ordinato circa 6mila euro di carne, ha fatto di tutto per non pagare la merce e truffare il fattorino. La donna, insomma, ha messo in scena una truffa in pieno stile “Febbre da cavallo”, quando Mandrake e compagni hanno imbrogliato il macellaio facendosi consegnare della carne che non avrebbero pagato. L’episodio è stato riportato da Il Messaggero: è il 28 marzo 2009 quando la signora chiama la macelleria “Antica lavorazioni carni snc”, un’azienda alimentare toscana di Cesa Marciano Della Chiana, e fa la sua ordinazione. La signora chiede la consegna a casa di oltre mezzo vitello di pregiata carne chianina, il cui costo ammonta a 5670 euro. Inoltre avrebbe speso altri 200 euro per la spedizione. Il fattorino, come da accordi presi, parte dalla provincia di Arezzo diretto a Roma. Giunto all’esterno della villa dell’Eur dove risiedeva l’anziana deve avere pensato, vista anche la grandezza dell’edificio e considerata l’importanza dell’ordine di carne, che la signora fosse una persona molto ricca.

Ma al suo arrivo, la donna gli dice che non poteva pagare per via di alcuni problemi: “Devo assolutamente andare in ospedale”, aveva spiegato l’anziana parlando di un grave incidente stradale durante il quale erano rimasti coinvolti il genero e il nipote. “A ogni modo stia tranquillo – così ancora la donna al fattorino – entro pochi minuti arriverà mia nipote. Può lasciare la merce a lei”. Ma la ragazzina non aveva i soldi per pagare, e anche lì la signora tentò di rassicurare il fattorino: “Stia tranquillo, pagherò io fra pochi giorni”. E lui, tratto in inganno, alla fine ha lasciato nella cucina di casa tutta la carne ed è tornato ad Arezzo, ma senza soldi. Nel tempo la donna, raggiunta telefonicamente dall’azienda alimentare, ha trovato una scusa dopo l’altra per evitare di saldare. Fino a che il macellaio ha deciso di sporgere denuncia. Adesso la signora romana, rinviata a giudizio perché accusata di truffa dal sostituto procuratore Francesca Loy, sta affrontando (a rilento) il processo. Ma a 5 anni di distanza dai fatti il rischio è quello di una prescrizione del reato.

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