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Annunci delle prostitute sul web? Non sono reato, ma “servizi”

La sentenza della Corte di Cassazione che assolve due gestori di siti web: “Non è favoreggiamento della prostituzione”.
A cura di Redazione
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Non costituisce reato pubblicare su Internet gli annunci di chi si prostituisce. Motivo? "La pubblicazione di inserzioni pubblicitarie sui siti web, al pari di quelle sui tradizionali organi di informazione a mezzo stampa, deve essere considerata come un normale servizio in favore della persona". Lo afferma la Corte di Cassazione, chiarendo che il reato di favoreggiamento della prostituzione si delinea soltanto quando, alla pubblicazione di annunci, "si aggiunga una cooperazione tra soggetto e prostituta, concreta e dettagliata, al fine di allestire la pubblicità della donna".

La terza sezione penale della Suprema Corte ha affrontato la questione esaminando un ricorso presentato dalla Procura generale di Venezia, che aveva impugnato una sentenza del gup di Padova, con la quale due gestori di un sito web dedicato ad annunci pubblicitari a pagamento erano stati prosciolti dalle accuse di associazione a delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Sul loro sito, infatti, erano pubblicati annunci di numerose prostitute e transessuali.

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