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Giudice annulla il licenziamento di un pilota Ita: “Non si è potuto difendere”

Il giudice del lavoro ha stabilito che il licenziamento è da considerare illegittimo; il datore di lavoro – Ita Airways – dovrà anche risarcire il pilota.
A cura di Davide Falcioni
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Luca Redavid, giudice del Tribunale del Lavoro di Roma, ha annullato il licenziamento del pilota della compagnia aerea ITA accusato di “comportamento non conforme” durante un volo partito da New York e diretto a Fiumicino: l'uomo, secondo la sentenza, non si è potuto difendere, dunque il suo licenziamento è da considerare illegittimo e il datore di lavoro – Ita Airways, per l’appunto – dovrà anche risarcirlo. In un primo momento era trapelato che il pilota si era addormentato in volo, circostanza che tuttavia non aveva trovato alcuna conferma tanto da non essere mai stata contestata neppure dalla compagnia aerea. “In nessuna sede giudiziaria, né nella sentenza del Tribunale di Roma, né nella formale lettera di licenziamento, tantomeno dalla ricostruzione dei fatti riportati negli atti sia dei legali del lavoratore che dell’azienda, allegati al giudizio, si è mai dichiarato o ipotizzata, tantomeno menzionata, la circostanza che il pilota si sia addormentato alla guida dell’aereo”, hanno fatto sapere gli avvocati dell’uomo.

Il suo licenziamento è dunque illegittimo: il pilota avrà anche diritto a ricevere lo stipendio dal momento del provvedimento disciplinare a suo carico (il 26 maggio 2022) oltre ai contributi assistenziali e previdenziali. Ita dovrà anche reintegrarlo al lavoro. La compagnia avrebbe infatti violato la procedura contenuta nello Statuto dei lavoratori, impedendo al dipendente di difendersi.

I fatti

I fatti risalgono al  30 aprile 2022, quando per una decina di minuti si persero le tracce del volo Ita Airways AZ609. Il velivolo, un Airbus A330-200 decollato da New York sette ore e mezza prima, non rispose ai controllori di terra in territorio francese, facendo temere il peggio e facendo quindi immediatamente scattare le procedure d'allarme che prevedono pure la messa in allerta dei caccia militari. I jet, alla fine, non vennero fatti decollare e il velivolo civile atterrò regolarmente a Roma. Sebbene i passeggeri non fossero mai stati in pericolo, era stata avviata un'indagine interna volta a stabilire che cosa fosse davvero accaduto.

Alcune settimane dopo la vicenda il comandante era stato licenziato perché, come spiegò Ita, l'indagine aveva portato all'individuazione di un comportamento non conforme alle procedure in vigore sia durante il volo che una volta atterrato.

Articolo aggiornato il 4 ottobre 2023 con la versione dei legali del pilota

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