Nella serata di ieri, la trasmissione Annozero ha proposto quella che senza alcun dubbio possiamo definire come una delle migliori pagine di giornalismo degli ultimi anni. Come evidente dal video che vi mostriamo, infatti, il servizio di Corrado Formigli (andato in onda poco dopo l'intervento di Emma Marrone) ci regala un'immagine fedele ed estremamente significativa della situazione di incredibile tensione che si vive in questi giorni in Libia. Infatti, la controffensiva di Gheddafi ha evidentemente alzato il livello dello scontro ed i bombardamenti di Ajdabiya e Brega (tesi a recuperare il controllo di snodi cruciali dal punto di vista econoico – strategico) hanno provocato decine di morti e centinaia di feriti.
Ed il bravo giornalista della trasmissione condotta da Michele Santoro si dirige proprio alla volta di Brega, assieme ad un gruppo di ribelli pronti a tutto per impedire che la città torni nelle mani dei mercenari e delle milizie filo – governative. Il viaggio verso Brega diventa così un vero e proprio documentario della "guerra civile" in atto in Libia, che mostra non soltanto tantissimi ribelli armati in lotta contro le milizie del rais (che ancora può contare sulla fedeltà di parte dell'esercito e dell'aeronautica). Infatti, sono anche altri gli spunti di riflessione che regala il servizio, in primo luogo a partire dalla constatazione su quanto sia capillarmente diffusa in tanta parte dela Libia la rabbia nei confronti del colonnello Gheddafi, dittatore sanguinario che non ha esitato a bombardare il suo stesso popolo. Nel viaggio verso Brega sono centinaia, migliaia i ribelli che, anche con armi improvvisate (ma non solo, dal momento che si intravedono gruppi decisamente ben armati), sembrano disposti a lottare fino alla morte pur di portare a termine la rivolta e liberare la Libia dalla dittatura.
Di contro non è difficile notare anche la tanta disorganizzazione dei ribelli ("manca un generale, manca qualsiasi gerarchia"), nonchè la presenza di ragazzini del tutto inesperti ma allo stesso tempo per niente intimoriti. Una rivolta in cui la religione comincia ad assumere un peso determinante, non fosse altro che come "fonte" di motivazioni e stimolo alla resistenza: da più parti si ode l'urlo "Allah è grande", come una sorta di incitamento reciproco che infonde coraggio e determinazione.