Annamaria Franzoni torna a Cogne dopo 20 anni: Capodanno nella villetta in cui fu ucciso Samuele
A vent'anni dall'omicidio del figlio Samuele, Annamaria Franzoni è tornata nella villetta di Cogne, in frazione Montroz, teatro di quella barbara morte per la quale è stata condannata a 16 anni di carcere. Insieme con il marito Stefano Lorenzi, la donna, oggi cinquantenne, ha trascorso il weekend di Capodanno nella casa a due piani posizionata su una delle alture del piccolo paesino della Valle d'Aosta.
Annamaria Franzoni libera dal 2019
Secondo quanto riportato da "La Stampa", la coppia, che oggi gestisce un agriturismo a Monteacuto Vallese, sull’Appennino emiliano, terra di origine di Annamaria Franzoni, è rimasta a Cogne dal 30 dicembre al 3 gennaio. Ha cautamente evitate di andare in paese, trascorrendo i tre giorni in casa, tra l'interno e il piccolo giardino dove sono stati evidentemente avvistati dai tanti che ancora oggi si recano ai piedi di quella villetta in una sorta di turismo macabro, come denunciato dalla stessa Franzoni mesi fa, e come accade ancora oggi ad Avetrana (dove fu uccisa Sarah Scazzi n.d.r.). Qualche botto di Capodanno sparato alla mezzanotte, un po' di sole in giardino e il camino sempre acceso. Pochi giorni in quella villetta che per anni è stata ripresa dalle tv non solo italiane mentre si tenevano i processi alla donna che ha scontato dieci, dei sedici anni ai quali è stata condannata, con l’indulto e la buona condotta. Ai domiciliari dal 2014, ha finito di scontare la sua pena nel 2019.
La villetta al centro di un contenzioso con l'avvocato Taormina
Ciò nonostante si è sempre proclamata innocente, dentro e fuori le aule di tribunale, Annamaria Franzoni che un anno e mezzo dopo la morte del piccolo Samuele ha dato alla luce un terzo figlio, oggi 18enne, mentre il più grande dei figli ha 27 anni. Erano anni che nessuno in paese li vedeva più in quella casa che hanno anche rischiato di perdere per un contenzioso con il primo avvocato della donna, Carlo Taormina, che lamentò il mancato pagamento della sua parcella, al tempo per un totale (compresi interessi, rivalutazione e Iva) di circa 450 mila euro. Per questo motivo la villetta di Cogne fu pignorata e destinata all’asta, procedimento poi decaduto dopo l'accordo trovato con Taormina.