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Anna Maria Scavo sgozzata e sfigurata dall’ex, comincia il processo per Mario Ricci

È accusato di aver sgozzato con un taglierino e sfregiato l’ex, Anna Maria Scavo, a Carini, Palermo, il 16 giugno del 2019. Per Mario Ricci a luglio comincerà il processo per omicidio volontario premeditato. Accusato di omicidio in concorso con il padre anche il figlio adolescente della vittima, di cui si occupa la procura dei minori. Ricci non potrà scegliere il rito abbreviato, rinunciando così a un eventuale sconto di pena in caso di condnanna.
A cura di Angela Marino
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Anna Maria Scavo, la vittima
Anna Maria Scavo, la vittima

Rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio volontario premeditato, Mario Ricci, l'uomo che un anno fa ha sfregiato e sgozzato con un taglierino l'ex, Anna Maria Scavo, in presenza del figlio adolescente, oggi accusato di omicidio in concorso con il padre dalla Procura dei Minori. A un anno dal delitto, avvenuto nel negozio dove la vittima lavorava in corso Italia, a Carini (Palermo), il 14 luglio si celebrerà l’udienza preliminare del processo che vede imputato Ricci.

Il femminicida reo confesso non potrà scegliere il processo con rito abbreviato né quindi beneficiare dello sconto di un terzo della pena previsto nel caso. Ancora da chiarire le sorti del figlio della coppia, presente durante il delitto e concorde con il padre, inizialmente, nel riferire di essere stato aggredito dalla vittima, circostanza ampiamente smentita dai rilevamenti e dall'autopsia sul corpo martoriato di Anna Maria. La 37enne, infatti, è stata ferita con uno dei taglierini trovati sulla scena, e sfregiata con l'acido trovato in due diverse siringhe negli interni del negozio di corso Italia, dove, dopo il delitto il femminicida è rimasto barricato per alcune ore.

È stato solo l'intervento dei vigili del fuoco, che hanno dovuto forzare l'ingresso, a permettere ai carabinieri di aver accesso al luogo del delitto. Quanto al figlio quattordicenne della vittima ha accusato la madre di averlo aggredito e ha detto di essere stato difeso dal padre. Anche il Ricci, interrogato in un'altra stanza ha dato la medesima versione poi smentita dalle indagini. Nelle tasche del ragazzino, inoltre, sono stati trovati soldi e scontrini battuti dalla cassa del negozio, circostanza che ha fatto ritenere che si fosse impossessato di quanto c'era in cassa.

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