Anna e la sua petizione: “Reggio Calabria discrimina i disabili, è tutta una barriera”
Reggio Calabria non è accessibile a tutti. Anna Chiricosta, web editor 30enne che vive nella città dello Stretto, ha lanciato una petizione online per l’abbattimento delle barriere architettoniche presenti a Reggio Calabria. All’età di 3 anni, ad Anna è stata diagnosticata una patologia autoimmune cronica, l’Artrite Idiopatica Giovanile, patologia che può portare a limitazioni articolari importanti. Nel suo caso, la malattia ha colpito gli arti inferiori, costringendola ad utilizzare la carrozzina negli spostamenti più lunghi e importanti.
«Quando, per l’ennesima volta, ho rifiutato di uscire magari con dei miei amici o di fare delle commissioni che dovrebbe essere la zona dove sentirmi un po' più sicura e dove comunque la maggior parte delle attività si svolgono, lì un pochino ci ho pensato e mi sono detta che, in realtà, non era tanto la petizione quanto il supporto delle persone e la capacità di trovare un problem solving, una soluzione».
È da questo pensiero che prende le mosse l’iniziativa di Anna con la quale abbiamo fatto una passeggiata in centro storico, a partire da corso Garibaldi, per capire quali siano le difficoltà che incontra una persona che lo percorre con una carrozzina.
La parte iniziale, che parte da piazza De Nava, è forse quella messa meglio. Il basolato è stato rifatto di recente, così come i marciapiedi, e non vi sono impedimenti. «Dovrebbe essere tutto così, perché sarebbe tutto più facile – afferma Anna -. Tra un paio di isolati, invece, entreremo in una zona un po' più problematica per chi cammina con la carrozzina, credo che i marciapiedi debbano essere modificati o sistemati».
E così, notiamo una traversa ripida, con un parcheggio per disabili, costellato da transenne, griglie per fognature e buche. «Qui è un pochino difficile scendere con la carrozzina, passare e arrivare sul corso senza l’aiuto di qualcuno».
Infatti, il problema principale è che Anna, in questa situazione, non potrebbe condurre la carrozzina da sola, soprattutto se non si tratta di quella automatica. «I blocchi che compongono i marciapiedi non sono regolari, sono disallineati, con in più tante buche. Non mi sentirei sicura a percorrerli da sola».
«La maggior parte degli esercizi commerciali del centro non sono facilmente accessibili perché sforniti di pedane removibili – spiega -, molto semplici sia da montare che poi da togliere, e quindi, se sono presenti scalini, a me viene difficile poter entrare. La pedana aiuterebbe non solo chi ha la carrozzina ma anche chi cammina con le stampelle o chi entra con i passeggini».
Nelle aspettative di Anna Chiricosta non c'è che la totale sostituzione del basolato che compone la carreggiata centrale della via ma delle soluzioni che rendano il percorso più accessibile e inclusivo. La presenza di numerose pedane che occupano parte della sede stradale, unito all’enorme afflusso di persone che di norma la invade, rendono la via quasi impraticabile per chi è costretto sulla sedia a rotelle. «Lo spazio per muoversi risulta molto ridotto – conferma la web editor -, la carrozzina diciamo è sempre in difficoltà anche nello spostarsi. E anche il parcheggio disabili non è quasi mai libero». Così, Anna ci mostra una traversa praticamente impraticabile, tra buche, auto e moto parcheggiate, rifiuti e transenne. «Anche qui, gli spazi per muoversi con la carrozzina, scenderla e salirla sul portabagagli sono ridottissimi».
Quindi, invito Anna, per l’occasione accompagnata dalla madre, a tentare di condurre da sola la carrozzina, ma puntualmente buche, sconnessioni della pavimentazione e solchi le rendono difficile percorrere anche un solo metro. Una situazione comune, se non peggiore, ad altre zone della città dove spesso, nel bel mezzo di un marciapiede di non più di un metro, ci si trova davanti un palo della luce pubblica che rende a chiunque difficoltoso il passaggio.
E, come si legge nella petizione promossa da Anna Chiricosta, “la sicurezza, l’accessibilità e l’inclusività di una città sono requisiti necessari per il suo progresso, il suo prestigio e per evitare forme di discriminazione cittadina. Nel 2001 l’OMS ha pubblicato l’ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, che definisce la disabilità anche sulla base del contesto in cui si vive: un ambiente più accessibile e con meno impedimenti possibili aiuta a ‘ridimensionare’ la propria disabilità o le proprie difficoltà e a sentirsi più autonomi rispetto un contesto con molte barriere”.
«Nella petizione – conclude Anna – mi sono rivolta agli enti cittadini del settore e al sindaco. Ovviamente, non mi aspetto e non chiedo di rivoluzionare tutto il centro della città, ma vorrei che si lavorasse per creare dei percorsi alternativi più accessibili che permettano di eliminare alcuni dei problemi descritti, affinché ci si possa muovere in città in tutta libertà anche con una sedia a rotelle».