Anica Panfile uscita dal lavoro e trovata cadavere nel fiume: è omicidio, la svolta dall’autopsia
Ormai nessuno più crede all'ipotesi del suicidio di Anica Panfile, la mamma 31enne uscita dal lavoro, scomparsa nel nulla e poi trovata cadavere domenica pomeriggio nel fiume Piave, in località Spresiano, in provincia di Treviso. L'ipotesi del gesto estremo, che era stata presa in considerazione al pari delle altre, è stata praticamente esclusa dai risultati dall'autopsia tanto che anche lo stesso procuratore di Treviso ha spiegato: "Allo stato attuale l’ipotesi del suicidio appare altamente improbabile".
Al suicidio non ha mai creduto il compagno della donna, colui che per primo ha lanciato l'allarme dopo averla attesa invano a casa e aver cercato inutilmente di contattarla al telefono nel pomeriggio del 18 maggio scorso. Quel giorno la donna era andata al lavoro nella cucina di una casa di riposo della zona e compagno e figlioletti, avuti da una precedente relazione, la attendevano a casa. Anica però non è mai più tornata.
Dopo aver cercato di contattarla in vari modi, l'uomo si è rivolto ai carabinieri facendo scattare le ricerche che purtroppo si sono concluse nel peggiore dei modi domenica scorsa con il ritrovamento del cadavere sotto un viadotto autostradale, in un’ansa del fiume Piave. Il luogo ha fatto pensare al suicidio ma l'esame post mortem ha indirizzato le ricerche in tutt'altra direzione.
"L’hanno ammazzata. Nel mio cuore ho sempre saputo che non poteva essersi tolta la vita. Sapevo che le era successo qualcosa di male. Che qualcuno le ha fatto del male" ha dichiarato a La Tribuna di Treviso il compagno, aggiungendo: "Anica amava la vita, ma soprattutto amava i suoi figli, viveva per loro, in funzione loro. Come sarebbe stato possibile un suo gesto estremo? No, in cuore mio sapevo che le era capitato qualcosa di brutto"
L'autopsia infatti non ha rinvenuto i segni tipici che facciano pensare a un annegamento. Nei polmoni della donna non è stata trovata acqua, non presenta fratture a livello degli arti superiori mentre sul corpo sono presenti numerose lesioni al volto e al capo. Tutti elementi che fanno ipotizzare agli inquirenti che sia stata uccisa con una serie di colpi alla testa e poi gettata già morta nel letto del fiume.
Per questo la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario anche se al momento è a carico di ignoti e non vede indagati. Le indagini però sono solo all'inizio. Nei prossimo giorni saranno ascoltati tutti quelli che avevano un contatto con Anica Panfile ma soprattutto saranno analizzate tutte le immagini delle telecamere di sorveglianza per ricostruire gli spostamenti e le ultime ore di vita della donna.