Anica Panfile uccisa e gettata nel fiume, l’ex la minacciava nel 2018: “Ho molti amici, stai attenta”
"In Italia ho tanti amici, ti faccio uccidere". Sarebbero queste alcune delle minacce ricevute da Anica Panfile, la 31enne scomparsa e poi trovata morta il 21 maggio sul greto del Piave a Spresiano. Si indaga per omicidio, ma l'assassino non ha ancora un volto. Ci sono però diverse piste sulle quali al momento si mantiene il massimo riserbo. Tra queste, alcune chiamate e dei messaggi ricevuti dalla 31enne nel settembre del 2018. La donna, che allora aveva tre figli piccoli, aveva denunciato le minacce dell'ex compagno 35enne alle forze dell'ordine.
L'uomo, padre dei tre bimbi della donna, è parte di un procedimento penale iniziato nel 2021 e ancora pendente. "So che hai un altro uomo – avrebbe detto alla vittima il 35enne – devi stare molto attenta. Ho tanti amici in Italia che possono farti del male". Anica aveva subito registrato il contenuto delle minacce per portarlo alle forze dell'ordine, preoccupata soprattutto per l'incolumità dei propri figli.
"L'altro uomo" al quale fa riferimento l'ex compagno sarebbe Luigino De Biasi, l'autotrasportatore 58enne con il quale Anica aveva stretto una relazione dopo la fine della relazione con il 35enne. Da quel rapporto sarebbe poi nata la quarta figlia della donna.
Il fascicolo per omicidio volontario
Le carte relative al processo intentato contro il 35enne fanno ora parte del fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio volontario per il quale attualmente non ci sarebbero indagati. Secondo quanto reso noto, i carabinieri starebbero cercando l'ex compagno della donna per notificargli gli atti relativi alla decisione del Tribunale dei Minori di Venezia che, dopo aver nominato una tutrice per i 4 figli della donna, ha disposto che nessuno di loro possa lasciare il Paese.
Il 35enne, infatti, avrebbe voluto portare i figli in Romania. L'uomo non è stato ancora rintracciato e si teme che possa aver lasciato la Marca Trevigiana, dove si trovava poco dopo il delitto, per raggiungere il Paese d'origine da solo.
A occuparsi della difesa dei familiari di Panfile sono gli avvocati Stefano Tigani e Fabio Amadio, legale del compagno 58enne della donna. Mentre si indaga sulle dinamiche della morte della 31enne, i 4 bambini potranno restare insieme per essere forse affidati alla nonna attualmente residente nella casa popolare che era stata assegnata ad Anica.
La felpa e gli occhiali di Anica recuperati dal canale
Vi sono ormai pochi dubbi su quanto accaduto poco dopo la morte della 31enne. Il killer ha gettato il corpo di Panfile nelle acque del Canale della Vittoria a Spresiano prima che la corrente lo spingesse verso il fiume Piave dove poi è stato ritrovato. La conferma è arrivata dopo lo svuotamento del canale in cerca degli effetti personali della donna uccisa probabilmente il giorno stesso della scomparsa avvenuta il 18 maggio scorso.
Il corso d'acqua ha restituito una felpa, degli occhiali e le chiavi appartenute alla 31enne. Reperti non decisivi, purtroppo, per chiarire quanto avvenuto alla donna, ma comunque importanti in attesa di dare un volto e un nome al killer. Su indumenti e accessori, infatti, si cercherà di trovare tracce biologiche e Dna che possano condurre alla persona che era con Anica al momento della sua morte.
Del cellulare della donna, invece, ancora nessuna traccia. Per il momento gli inquirenti si sono concentrati sulla storia personale della 31enne, che aveva già portato alle forze dell'ordine il contenuto di alcune conversazioni del 2018.