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Angelo Bagnasco sulle unioni civili: “Scorretto dare gli stessi diritti a tutte le coppie”

Il presidente della Cei Angelo Bagnasco ribadisce la posizione della Chiesa rispetto alle unioni civili: “La Chiesa non è contro nessuno, ma la famiglia in cui crede è quella riconosciuta dalla Costituzione: papà, mamma e bambini uniti dal patto matrimoniale”.
A cura di An. Mar.
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Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco.
Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco.

"Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco interrogato sul tema delle unioni civili in un'intervista al Corriere della Sera. Il capo dei vescovi ha specificato che "anche logicamente" comparare i diritti e lo status della famiglia tradizionale ad altri tipi di unioni sarebbe "un’omologazione impropria". Del resto, sottolinea, "i  diritti individuali dei singoli conviventi, del resto, sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale".

Dichiarazioni che non lasciano spazio ai dubbi circa la posizione della Chiesa e che sgombrano il campo da qualsiasi apertura, almeno attuale alle unioni civili. Tuttavia, precisa Angelo Bagnsco "La Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia quale base della società, presidio dell’umano e garanzia per vivere insieme; la famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all’esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono il patto matrimoniale".

Nella stessa intervista il presidente della Cei è intervenuto anche su altre questioni, quali l'emergenza migranti, che lo aveva visto protagonista di un dibattito nato dopo le dichiarazioni rilasciate dall'arcivescovo a margine dell’incontro con i profughi nel seminario arcivescovile di Genova in cui aveva criticato la politica dell'Onu sugli sbarchi. "Ho fatto riferimento all’Onu, perché il fenomeno con cui siamo chiamati a confrontarci è mondiale" – ha spiegato Bagnasco – è urgente da una parte aiutare i Paesi di provenienza e, dall’altra, perseguire con rigore scafisti e altri oscuri decisori che speculano sulla pelle dei disperati".

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