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Il pentito di mafia accusa: “Andreotti e Craxi ci fecero uccidere il generale Dalla Chiesa”

Francesco Onorato – sentito in ambito del processo Stato-Mafia – ha detto: “I politici a Riina prima gli hanno fatto fare le cose, poi l’hanno mollato. Prima ci hanno fatto ammazzare Dalla Chiesa i signori Craxi e Andreotti che si sentivano il fiato addosso. Poi nel momento in cui l’opinione pubblica è scesa in piazza i politici si sono andati a nascondere”.
A cura di Davide Falcioni
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Sono rivelazioni sconcertanti. Affermazioni che, se vere, sono destinate a riscrivere una parte della recente storia d'Italia. A farle è un pentito di mafia. L'oggetto delle rivelazioni, invece, è la morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso a Palermo il 3 settembre 1982 insieme alla moglie e a un uomo della scorta. Per l'assassinio dell'allora prefetto sono stati condannati all'ergastolo come mandanti i vertici di Cosa Nostra: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 2002, inoltre, sono stati condannati anche gli esecutori materiali dell'attentato. Ebbene, ora il pentito Francesco Onorato – deponendo al processo sulla trattativa Stato-Mafia – ha affermato: "I politici a Riina prima gli hanno fatto fare le cose, poi l'hanno mollato. Prima ci hanno fatto ammazzare Dalla Chiesa i signori Craxi e Andreotti che si sentivano il fiato addosso. Poi nel momento in cui l'opinione pubblica è scesa in piazza i politici si sono andati a nascondere. Per questo Riina ha ragione ad accusare lo Stato".

"Riina per questo comportamento era arrabbiato – ha aggiunto il pentito – e avrebbe ucciso tutti i politici". Onorato ha parlato di una lista con personaggi delle istituzioni che, dopo il maxiprocesso, Riina avrebbe voluto eliminare. "C'erano Vizzini e Mannino, di cui prima in Cosa nostra si parlava bene, i cugini Salvo, Salvo Lima. Per Vizzini avevamo cominciato i pedinamenti". "Riina – ha proseguito – ha ragione a dire che lo Stato manovrava Cosa nostra. Lui sta pagando il conto, lo Stato no. Tra Cosa nostra e i politici c'è stata sempre connivenza". Il pentito ha parlato anche di Claudio Martelli: "Martelli l'abbiamo fatto diventare ministro. Abbiamo investito anche 200 milioni per finanziarlo e portarlo a diventare ministro della Giustizia perché si diceva che avrebbe fatto uscire i mafiosi dal carcere". Onorato ha anche detto: "Nel 1992 c'era tutta una lista di persone che si dovevano ammazzare. Salvo Lima era il primo della lista. Poi c'erano i nomi del presidente Andreotti e del ministro Martelli". Quindi il pentito, autoaccusatosi dell'omicidio di Salvo Lima, ha aggiunto: "Se Totò Riina avesse avuto la possibilità, diceva Salvatore Biondino, avrebbe ammazzato tutti i politici. C'era la prioritaria di uccidere il commissario Germanà, l'onorevole Vizzini, che pedinammo, l'ex ministro Calogero Mannino. La mia fonte era Salvatore Biondino, che era ambasciatore e coordinatore della commissione di Cosa nostra". "Martelli lo facemmo diventare ministro noi – ha detto Onorato -. Solo come famiglia di Partanna uscimmo 200 milioni per finanziare Martelli". "Io non capisco quando si parla di `trattativa', perché io ho sempre visto la convivenza tra politici e mafiosi. Per quanto mi riferì Biondino, ci hanno fatto uccidere Dalla Chiesa, perché Andreotti si sentiva il fiato sul collo. Non è che Dalla Chiesa fu mandato a Palermo per combattere la mafia e dare fastidio a Riina. Così, per quello che ne so, anche l'omicidio Mattarella fu voluto da altri politici".

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