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Morte Andrea Prospero

Andrea Prospero assumeva psicofarmaci da settimane: “In casa del secondo indagato anche 10mila euro”

Secondo l’avvocato Francesco Mangano, Andrea Prospero si sarebbe tolto la vita su istigazione di un 18enne romano che aveva conosciuto su Telegram, ma acquistava benzodiazepine da settimane da un coetaneo di Afragola. In casa del secondo indagato sono stati trovati 10mila euro.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono due i ragazzi coinvolti nelle indagini sulla morte di Andrea Prospero, lo studente 19enne di Perugia trovato senza vita in un appartamento preso in affitto all'insaputa dei familiari. Un giovane di soli 18 anni è agli arresti domiciliari con l'accusa di istigazione al suicidio: secondo quanto emerge dalle indagini, avrebbe incoraggiato Andrea a togliersi la vita tramite l'assunzione di benzodiazepine.

Ed è qui che entra in gioco il secondo indagato, al momento non in arresto: il ragazzo residente ad Afragola, anche lui neppure 20enne, avrebbe venduto a Prospero gli psicofarmaci. Tra gli acquirenti, però, non vi sarebbe solo Andrea: in casa del giovane sono stati trovati circa 10mila euro e chi lavora al caso ritiene che l'indagato avesse costruito una vera e propria rete di vendite online senza chiedere alcuna ricetta medica.

Andrea avrebbe acquistato gli psicofarmaci per mesi prima della sua morte, assumendoli senza ricetta, probabilmente sull'onda di un malessere dovuto alla lontananza della famiglia, alla mancanza di amici e all'incapacità, a suo dire, di integrarsi tra i compagni di corso.

"Questo arresto conferma un sospetto che noi difensori della famiglia Prospero avevamo dall'inizio – ha sottolineato a Fanpage.it l'avvocato Francesco Mangano -. Andrea non si è tolto la vita, è stato istigato. Aveva confidato il suo disagio e le sue preoccupazioni a questo 18enne romano ora ai domiciliari e lui per tutta risposta lo ha incoraggiato a togliersi la vita, dicendogli anche come fare. Non abbiamo idea del perché abbia spinto Andrea a compiere un gesto estremo, probabilmente parliamo di una persona che ha scelto il male per il male, senza un reale motivo".

Secondo quanto afferma Mangano, Andrea aveva manifestato a questo 18enne le sue paure per il futuro, le difficoltà a relazionarsi con gli altri studenti universitari e il timore di non riuscire a superare gli esami con buoni risultati. "Nelle chat in mano agli investigatori – spiega Mangano – Andrea si riferiva alla famiglia come a un rifugio sicuro. Mai aveva annoverato la sorella o i genitori tra i suoi ‘problemi'. Anzi, sentiva enormemente la loro mancanza dopo la partenza per l'Università. Questa persona oggi ai domiciliari non ha mai provato a rassicurarlo o a indirizzarlo verso uno specialista, ma lo ha incoraggiato a togliersi la vita. Alla base base c'è probabilmente la scelta di una sorta di condivisione del baratro, della disperazione".

Secondo il legale, tra le ansie di Prospero vi erano probabilmente anche le attività sui gruppi Telegram ampiamente citati in queste lunghe settimane di indagini. "Su questo aspetto le indagini sono ancora in corso. Abbiamo superato solo un primo scoglio, ossia capire perché Andrea è morto e come questo sia potuto accadere. Ora bisognerà fare luce sul genere di attività che si svolgevano in questi canali Telegram, sulle 60 Sim trovate tra le cose di Andrea, sui 5 cellulari nelle sue mani e sul contenuto del computer".

Secondo quanto finora ricostruito, il 19enne aveva incontrato l'adolescente romano ora ai domiciliari e il coetaneo che gli ha poi venduto i farmaci all'interno di alcune chat di gruppo, sempre su Telegram. La natura di queste chat non è chiara, ma quello che è certo è che le due conoscenze si sono "spostate" in conversazioni private, sviluppandosi fino al decesso di Prospero.

"Non sappiamo se il 18enne in arresto e il ragazzo indagato si conoscessero. Anche quest'aspetto dovrà essere chiarito da ulteriori accertamenti. Per il momento sappiamo che Andrea ha trovato le persone sbagliate al momento sbagliato, ma non abbiamo altri dettagli su questa conoscenza".

L'avvocato ha fatto riferimento a una chat drammatica che risale al giorno prima del suicidio. In questi messaggi, Andrea confidava all'amico 18enne di non avere il coraggio di andare fino in fondo e di non essere sicuro di volersi togliere la vita. "Dall'altra parte ha trovato  trovato una persona che invece di lanciargli un'ancora di salvataggio, gli ha scavato la fossa. Lo ha incoraggiato ad andare avanti dicendogli che non avrebbe sentito nulla. ‘Mandali giù con il vino, vedrai che non sentirai dolore, avvertirai anzi solo piacere' ".

"Dopo la morte di Andrea, questa persona ha temuto di essere rintracciata tramite le chat dagli inquirenti. Ha provato a cancellarle, ma i messaggi sul telefono di Prospero sono rimasti – sottolinea Mangano -. Insieme a questo 18enne romano vi è anche un altro ragazzo di Afragola, quello che avrebbe venduto le benzodiazepine. Lui risulta per il momento solo indagato, ma nella sua abitazione sono stati trovati 10mila euro. Non sappiamo se questa persona sapesse l'uso che Andrea voleva fare dei medicinali e le indagini sono volte a chiarire anche questo aspetto".

I prossimi accertamenti puntano a chiarire se vi fosse un collegamento tra il 18enne romano accusato di istigazione al suicidio e il ragazzo di Afragola accusato di aver venduto le benzodiazepine ad Andrea Prospero.

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