Andrea Prospero, a Chi l’ha visto spunta una nuova ricetta falsa. Il medico: “Non sapevo nulla”

Andrea Prospero, il giovane studente di 19 anni che si è tolto la vita il 29 gennaio scorso in un appartamento nel centro di Perugia, avrebbe assunto un mix letale di farmaci. Le indagini sulla sua morte si arricchiscono di nuovi dettagli: dall'ultima puntata di Chi L'Ha Visto? è emersa un'altra prescrizione medica contraffatta, con la quale il ragazzo sarebbe riuscito a procurarsi potenti farmaci come benzodiazepine e ossicodone. Il documento riporta la firma di Gianmarco Quadrelli, un medico di Cittiglio, in provincia di Varese, ma risulta associato a un numero di telefono inesistente, facendo ipotizzare l’uso di un’identità fittizia per ottenere i medicinali.
La giornalista Marina Borrometti, inviata della trasmissione Rai, è riuscita a contattare Quadrelli, che si è mostrato totalmente all’oscuro della vicenda. Alla notizia che il suo nome compariva su una delle ricette sospette, ha reagito con incredulità: "C’è anche una mia ricetta? Bello!", ha esclamato, visibilmente sorpreso.
Intervistato nel suo studio, il medico ha poi rivelato di essere già stato vittima di una truffa simile in passato.
Non è la prima ricetta falsa con il mio nome, com’è possibile? Un mese fa ho ricevuto una comunicazione da parte di una farmacia nelle Marche, che mi informava di una ricetta bianca e mi chiedeva se fosse autentica. Me la sono fatta spedire e di autentico c’era solo il nome, il cognome e il Paese. Numero di cellulare e telefono, così come il codice regionale, sbagliato, inesistente. La firma falsa”, ha spiegato il dottore.
Quando gli inquirenti hanno messo a confronto i due documenti, sono emerse evidenti somiglianze nella struttura e nella grafia, rafforzando il sospetto che dietro queste operazioni possa esserci un sistema ben organizzato di falsificazione di ricette per l’acquisto illecito di farmaci ad alto potenziale.
Lo studente aveva assunto benzodiazepine e ossicodone grazie a una ricetta falsa, ottenuta con i dati rubati a una dottoressa abruzzese in pensione. Le indagini proseguono per chiarire chi abbia realmente prodotto e utilizzato queste false prescrizioni e se vi siano altri casi collegati.