Andrea Papi ucciso dall’orsa, i genitori denunciano gli haters: “Così muore per la seconda volta”
A un mese esatto dalla morte di Andrea Papi, il giovane aggredito e ucciso il 5 aprile dall’orsa JJ4 mentre correva nei boschi sopra Caldes, non si placano le polemiche. L’accaduto resta al centro del dibattito, dai banchi della politica ai salotti dei talk show, ma l’opinione pubblica è sempre più polarizzata: il rischio che si riduca tutto a un “o con Andrea, o con l’orsa” è sempre più concreto.
Le dichiarazioni del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, con la persistente richiesta di abbattimento dell’orso temporaneamente bloccata dal Tar, non fanno che allontanare le posizioni delle due fazioni. Gli stessi genitori di Andrea si sono mostrati titubanti all’idea di uccidere JJ4, poiché si tratterebbe di una “vendetta simbolica, non di reale giustizia”.
In un dibattito dai toni così accesi, è di oggi la notizia della decisione dei genitori della vittima di presentare denuncia contro tutti gli haters che negli scorsi giorni hanno commentato la vicenda con toni non solo non appropriati, ma violenti e offensivi. Le querele sono state già depositate, in attesa del parere dell’Autorità giudiziaria.
“La famiglia – si legge nella nota diramata dagli avvocati Maura Cravotto e Marcello Paiar – sta subendo un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea che così ‘muore' per la seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei ‘leoni' da tastiera”.
Sin dal primo momento i familiari, nonostante l’immenso lutto sulle spalle, hanno dovuto rispondere alle accuse di chi accusava il figlio di “essere andato a cercare l’orso”; ma il Comune di Caldes (Val di Sole), dove è avvenuta la tragica aggressione, è situato praticamente alle pendici del bosco e non esiste un confine netto tra paese e natura “selvaggia”. La scelta di Andrea quindi, per gli abitanti della zona, non sarebbe stata affatto incosciente.
Indipendentemente da quale sarà il finale del contenzioso tra Provincia e associazioni animaliste fermamente contrarie all’abbattimento dell’esemplare, però, la discussione sulla situazione degli orsi nella provincia non può più essere rimandata: dal 1996, anno di avvio del progetto “Life Ursus” per la tutela della popolazione degli orsi bruni in Trentino, la popolazione conta oggi tra i 100 e 120 esemplari.
Sebbene questo sia il primo caso di un’uccisione di una persona da parte di un orso, già in passato si erano verificate aggressioni o situazioni potenzialmente pericolose. "Una tragedia annunciata, volevano il morto e ora ce l’hanno”, il commento della madre di Andrea, che chiede venga fatta luce anche su eventuali omissioni o negligenze.