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Andrea Mirabile, il bimbo morto a Sharm el Sheik

Andrea Mirabile bambino morto a Sharm, parla lo zio: “Se n’è andato tra le braccia della madre”

Andrea Mirabile, 6 anni, è morto a Sharm El Sheikh il 2 luglio. Suo padre e sua madre sono ancora ricoverati in Terapia semintensiva. L’appello dello zio.
A cura di Luisa Santangelo
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Andrea Mirabile è morto tra le braccia di sua mamma, senza che nessuno dei suoi familiari sappia ancora perché. E tra le cose che ancora non si sanno c'è anche quando il suo corpo potrà tornare a casa, a Palermo. E quando suo padre e sua madre potranno lasciare il reparto di Terapia semintensiva dell'ospedale di Sharm El Sheikh e piangere la sua scomparsa stretti dall'affetto dei familiari. "È importante che se ne parli, stiamo facendo il possibile per riportarli tutti a casa", dice a Fanpage.it Roberto Manosperti, zio materno della piccola vittima di un male che ancora non è chiaro quale sia.

I primi malesseri

Domenica 26 giugno la famiglia palermitana arriva a trascorrere le vacanze in un resort di Sharm El Sheikh, nota località turistica in Egitto. Sono Rosalia Manosperti, 35 anni, incinta di quattro mesi, Antonio Mirabile, 46 anni, e il loro primogenito Andrea, sei anni. L'obiettivo è trascorrere due settimane di vacanza al mare, lontani dalla città. L'1 luglio, venerdì, però, qualcosa comincia ad andare male: Antonio e il piccolo Andrea iniziano a manifestare i segni di quella che sembra una brutta intossicazione alimentare. Diarrea, vomito, debolezza. Anche Rosalia sta male e, in più, è in gravidanza. Si preoccupano tutti.

Venerdì, secondo il racconto di Manosperti, l'intera famiglia va per due volte in quella che il personale del resort chiama "la clinica", una sorta di ambulatorio nei pressi della struttura turistica. Lì vengono fatte delle flebo a ciascun componente del nucleo familiare e vengono date loro alcune pillole per curare un'intossicazione alimentare piuttosto severa.

Quel giorno lo passano in camera. Il sabato mattina i sintomi non si sono calmati: Antonio e Andrea vomitano ancora di continuo, mentre Rosalia ha sintomi leggermente più lievi. Il medico della clinica viene contattato ancora. "Inutile venire di mattina, dice loro, meglio che veniate direttamente alle cinque del pomeriggio per la prossima flebo", racconta ancora Manosperti.

La morte di Andrea Mirabile

La situazione di salute di Antonio e Andrea non migliora neanche un po'. Continuano con le pillole, ma i sintomi non si placano. "Nel primo pomeriggio, mia sorella, mio cognato e mio nipote si spostano con la navetta verso la clinica – prosegue lo zio del piccolo – Sarà stato lo sbalzo di temperatura, dai 16 gradi dentro al resort ai 50 gradi all'esterno. O sarà stato chissà cos'altro, non lo so. Fatto sta che mio nipote è morto tra le braccia di mia sorella. Sono corsi in ospedale: hanno tentato di rianimare il bambino per un'ora, ma non c'è stato nulla da fare". Il padre del piccolo, invece, viene ricoverato in Terapia intensiva: "Con problemi renali, cardiaci e polmonari".

La famiglia entra subito in contatto con la Farnesina, il Consolato e l'Ambasciata italiana, oltre che con gli interpreti del tour operator che organizzava il viaggio e dell'assicurazione che la famiglia aveva sottoscritto prima della partenza. "Il problema di fondo, a oggi, è che mio cognato ha migliorato i problemi cardiaci e renali, ma continua ad avere la saturazione all'82 per cento. Cioè come se avesse una forma grave di Covid. La Farnesina ci ha detto che, non appena l'ospedale darà l'ok, saranno loro a mettere la mia famiglia nel primo volo utile per il ritorno in Italia". Ma finché Antonio non si sarà ristabilito e non sarà stato dimesso, un volo normale non è pensabile.

"Inoltre l'ospedale latita nel comunicarci le condizioni di mio cognato: non sappiamo cosa gli stanno curando e per cosa lo stanno curando". Almeno, anche grazie all'intervento della Farnesina, Antonio e Rosalia sono nello stesso reparto, "e possono condividere questa tragedia. Volevano subito dimettere mia sorella, ma meglio che stia con suo marito". Nel frattempo, però, la famiglia sta tentando di organizzarsi con un volo medicalizzato, anche se privato. Si tratta, cioè, di organizzare un trasporto aereo ad hoc, in grado di garantire l'arrivo in sicurezza di Antonio Mirabile, nonostante le sue precarie condizioni di salute. "Ma anche se noi fossimo pronti a fare un bonifico da 40mila euro a queste compagnie private – spiega ancora Roberto Manosperti – ci vorrebbe qualche giorno per organizzare il volo, e comunque ci vorrebbe comunicazione con i medici dell'ospedale di Sharm. Comunicazione che al momento non c'è, nemmeno sulla diagnosi".

L'autopsia sul corpo di Andrea

Sul corpo di Andrea, intanto, l'autopsia è già stata fatta direttamente in Egitto. "Ma senza consulenti né da parte nostra né da parte delle istituzioni italiane – prosegue l'uomo – Ci hanno detto che manderanno il referto tra tre mesi, ma potranno scriverci dentro quello che vogliono. Noi certamente faremo un'altra autopsia quando il corpo sarà mandato qui a Palermo". Ieri sera, nel frattempo, quello che si è qualificato come un funzionario del ministero della Salute egiziano, sarebbe andato da Rosalia Manosperti e le avrebbe comunicato che, su due esami tossicologici che le sono stati fatti, non erano state rilevate tracce di veleno. "Loro hanno scritto tutto quello che hanno mangiato, nelle singole porzioni, almeno il giovedì prima che si sentissero male".

"In 36 ore non si muore di intossicazione alimentare", conclude Roberto Manosperti. "Sappiamo che la procura egiziana ha aperto un'inchiesta a carico del resort e del medico che era di turno, quel giorno, in clinica e che ha detto loro di aspettare fino al pomeriggio. Il magistrato è rimasto con mia sorella fino alle quattro del mattino, nella notte tra sabato e domenica. È normale ipotizzare che ci sia stata della negligenza. Ma la tragedia è successa, ora dobbiamo cercare di limitare la tragedia nella tragedia: i ragazzi devono potere rientrare a casa".

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