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Andrea Chiti non ce l’ha fatta: il 38enne è morto dopo quattro anni dall’incidente in bici

Andrea era stato vittima di un incidente mentre era in sella alla sua bici, nel giugno del 2019: “In questi quattro anni ha sempre lottato da guerriero”, ricorda il fratello. Il ragazzo alla guida dell’auto coinvolta nel sinistro aveva un tasso alcolemico 3 volte superiore al massimo.
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Sono ormai passati più di 4 anni da quel tragico giorno che ha cambiato per sempre l'esistenza di Andrea Chiti e dei suoi familiari e amici. Era il 10 giugno 2019 e, come spesso accadeva, Andrea era uscito a fare un giro in sella alla sua bici. Si trovava lungo la strada Bientinese, che collega la Valdera (Pisa) con la provincia di Lucca, quando è stato colpito da un'auto. Fin da subito era stata chiara la gravità della situazione: la bici distrutta, il giovane caduto a terra privo di conoscenza. Da allora non si era mai più pienamente ripreso, ma "ha sempre lottato da guerriero", come ricorda il fratello. Quattro anni dopo, però, Andrea non ce l'ha fatta: è morto ieri, a soli 38 anni, all'ospedale di Volterra.

L'incidente in bici quattro anni fa

Andrea Chiti avrebbe compiuto 39 anni il prossimo ottobre. Abitava con la moglie e i figli nella frazione di Sardina e lavorava come operaio al mercato ortofrutticolo di Pisa. Per l'intera famiglia il tempo si è fermato quel 10 giugno di quattro anni fa, quando Andrea fu vittima di un tragico incidente lungo la strada provinciale Bientinese. A tamponare la sua bici, un'auto guidata da un ragazzo 25enne di Buti. Sottoposto all'alcol test, il guidatore è risultato ben oltre i limiti previsti dalla legge: nel suo sangue è stato riscontrato un tasso alcolemico tre volte superiore al massimo consentito. A settembre dello scorso anno, il ragazzo ha patteggiato un anno e otto mesi di condanna con la condizionale.

Andrea Chiti non si era più ripreso: trasportato immediatamente a Cisanello, era stato sottoposto a un primo intervento d'urgenza. In seguito era stato trasferito a Volterra, in una struttura per lungodegenti dove aveva trascorso anche i duri anni della pandemia. Non era mai stato lasciato solo da amici e cari, che oggi si stringono attorno alla famiglia per esprimere il loro cordoglio.

"Da quell'orrendo giorno non sei più tornato a casa – aveva ricordato il fratello su Facebook il giorno dell'anniversario dell'incidente – tutto intorno a te sono state solo quattro mura di ospedale, ma nonostante tutto sei un grande guerriero, lotti tutti i giorni come un leone". E ancora: "Eri sereno e tranquillo, sempre con la battuta pronta e pieno di vita, sempre con il sorriso stampato in faccia. Ti chiamo guerriero, sarò sempre al tuo fianco", il dolce ricordo del fratello affidato ai social.

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