Andrea Beluzzi ucciso con 3 coltellate al petto a Bologna, il coinquilino fermato: “Era cattivo con me”
"Lui era cattivo con me. L'ho ucciso io". Sono queste le parole che Francesco Ferioli, veterinario 48enne disoccupato, avrebbe detto agli inquirenti dopo essere stato fermato per la morte di Andrea Beluzzi, disoccupato di 54 anni, a Bologna. Quest'ultimo è stato trovato senza vita il giorno della vigilia di Capodanno, ucciso con almeno tre coltellate al petto, accanto al suo letto nell'appartamento di San Giovanni in Persiceto dove viveva proprio col presunto killer.
È stato lo stesso Ferioli ad allertare le forze dell'ordine. I due, entrambi con un matrimonio fallito alle spalle, erano coinquilini da meno di 2 mesi, dal 4 novembre scorso, nell’appartamento di Beluzzi, nell’ambito di un progetto di coabitazione dei servizi sociali, con l’obiettivo di sostenersi a vicenda e provare a ripartire nonostante le difficoltà economiche.
Ma qualcosa è andato storto e domenica scorso c'è stato il tragico epilogo, con il 54enne trovato cadavere disteso a terra, nella sua camera da letto, riverso in una pozza di sangue. Ferioli alla fine dell'interrogatorio è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario e portato in carcere. Poi ha raccontato in modo a tratti confuso che nella convivenza con Beluzzi c’erano piccole liti e discussioni, spesso per questioni di poco conto: "Lui era cattivo con me", avrebbe detto agli inquirenti.
Il movente sarebbe dunque una lite per futili motivi degenerata. Ma la sua versione è tutta da verificare. Peraltro il 48enne, quando in un secondo momento è stato sentito con l’avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'arma del delitto non è stata trovata, ma sono stati sequestrato una serie di coltelli da cucina.
Sotto choc per quanto successo la comunità di San Giovanni in Persiceto: "Siamo sconvolti e rattristati", ha commentato al Resto del Carlino il sindaco Lorenzo Pellegatti, aggiungendo che i due "si erano accolti a vicenda. Niente di preoccupante era emerso dall’ultima visita dei servizi sociali, un paio di settimane fa. Anzi, i rapporti tra i due erano ottimali. Non lavoravano, risultavano incensurati, e la loro coabitazione non aveva mai dato problemi, anzi. Per i servizi erano un riferimento per come i due avevano mostrato anche voglia di ricominciare, di recuperare la loro autonomia. Insomma c’erano tutte le condizioni per tornare a una vita accettabile", ha concluso il primo cittadino.