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Terremoto in Turchia e Siria

Ancora nessuna traccia di Angelo Zen, disperso in Turchia dopo il sisma: “Continuiamo a cercare”

Ore di apprensione per la sorte di Angelo Zen, il cittadino italiano disperso dopo il terremoto in Turchia, dove si trovava per lavoro. La Farnesina ha contattato la municipalità di Romano d’Ezzelino e alcune aziende della zona per ricostruire gli ultimi movimenti dell’uomo.
A cura di Ida Artiaco
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Ore di apprensione per il destino di Angelo Zen, il cittadino italiano di 50 anni disperso in Turchia, dove si trovava quando si è verificato il terremoto che ha devastato la parte del Paese al confine con la Siria.

Le ricerche sono ancora in corso, ma di Angelo ancora nessuna traccia. L'ultima volta che i figli dell'uomo, che vivono in Veneto, lo hanno sentito è stato domenica, poco prima del sisma di 7.5 che finora ha provocato oltre 17mila vittime.

Zen, tecnico manutentore di macchinari per aziende orafe, si trovava in Turchia per lavoro. Alloggiava in un albergo a Kahramanmaras, vicino all’epicentro del tragico sisma, che è andato totalmente distrutto.

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Un amico turco dell'uomo, l’operaio manutentore orafo Suleyman Hilmi Metin ha inviato un messaggio su Whatsapp a Zen immediatamente dopo il sisma, ma sulla app di messaggistica appare una sola spunta grigia, come se non fosse stato recapitato.

Intanto, la Farnesina ha contattato la municipalità di Romano d'Ezzelino, Vicenza, dove il tecnico ha vissuto a lungo prima di trasferirsi con la moglie a Martellago, e le aziende della zona, per cercare di ricostruire gli ultimi movimenti di Angelo Zen. "C'è difficoltà di organizzare i soccorsi nella città dove si trovava", ha precisato il sindaco della cittadina, Simone Bontorin.

"Dopo il tragico terremoto in Turchia, non si hanno notizie di Angelo Zen di Martellago, 60 anni, imprenditore, che soggiornava nella città turca di Kahramanmaras, nella zona meridionale del paese, colpita dal terremoto. Era in Turchia per lavoro. Sono in costante contatto con la Farnesina. Chiedo a tutti di rispettare il silenzio della famiglia in queste ore di apprensione", ha scritto sui social il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Sulla vicenda è tornato anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: "Non siamo riusciti a contattare ancora Angelo Zen e stiamo verificando se ci sono altri cittadini con passaporto italiano che possono non aver risposto all'appello perché non inseriti nelle liste dell'Aire o non registrati alle app del ministero. Quelli che erano registrati hanno risposto tutti. Stiamo anche ricevendo telefonate da famiglie che ci chiedono notizie e stiamo cercando di vedere se tutte le persone segnalate sono state già rintracciate. Credo che in serata potremo saperne di più", ha detto il ministro intervenendo a Zapping su RaiRadio1.

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