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Ancona, bimbo rischia di soffocare con una caramella: infermiere eroe lo salva al telefono

Sandro Mangiacristiani, infermiere del 118, ha assistito passo dopo passo il padre di un bambino che stava soffocando per colpa di una caramella rimasta incastrata in gola. Lo ha fatto telefonicamente, mentre il genitore era in auto col bambino.
A cura di S. P.
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Un bambino pesarese di tre anni ha rischiato di morire mentre era in viaggio con la sua famiglia verso il sud-Italia. Ieri mattina, mentre la famiglia si trovava sulla A14 all’altezza di Senigallia, il piccolo ha mangiato una caramella che però è rimasta incastrata in gola. Stava soffocando quando il padre, disperato, ha chiamato aiuto. “Mio figlio non respira più, devo portarlo all’ospedale più vicino. Mi dica subito dove si trova”, è quanto l’uomo ha chiesto al telefono all’operatore del centralino del 118 che gli ha risposto. Dall’altra parte del telefono c’era l’infermiere Sandro Mangiacristiani, che non ha avuto dubbi su come dover procedere. Senza esitare l’infermiere ha fatto fermare l’auto dove viaggiava il bambino e assistito passo dopo passo il genitore nella manovra di Heimlich. Grazie all’aiuto dell’infermiere del 118 il bambino si è salvato. A spiegare quando accaduto – come ricostruisce il Corriere Adriatico – è stato lo stesso Mangiacristiani: “Erano le 12.15 quando ho ricevuto la chiamata di un papà molto agitato. Aveva appena superato il casello di Senigallia e mi ha chiesto quale fosse il pronto soccorso più vicino senza dirmi cosa era successo. Quando glielo ho domandato, mi ha riferito che suo figlio di 3 anni non respirava più”. “Ho detto al padre – ha raccontato ancora l’infermiere – di accostare subito l’auto e mettere le quattro frecce. Poi, ho pensato alla manovra di Heimlich. Seduto sul sedile con i piedi rivolti fuori dalla vettura, il genitore ha messo la pancia del bimbo contro le proprie gambe in maniera tale da fare pressione. Ha dato due o tre colpetti contro la schiena e il piccolo ha finalmente potuto espellere la caramella”.

Lo stesso infermiere aveva già salvato un altro bambino al telefono – Il momento più bello – ha spiegato – è stato quando ha sentito il piccolo piangere: era finalmente salvo. “Il padre non riusciva a smettere di dire grazie”, ha raccontato ancora l’infermiere che, a quanto pare, aveva già vissuto una esperienza simile. La notte dello scorso Natale riuscì infatti a liberare dal rigurgito un bimbo albanese di pochi giorni istruendo telefonicamente il padre. In quel caso, a rendere il tutto più difficile, anche il fatto che il padre del piccolo  non conosceva bene l’italiano. “Dopo simili salvataggi ti senti utile –  ha raccontato l’infermiere -. Pensi sempre di dover effettuare un soccorso per strada e mai al telefono. Ma quando aiuti qualcuno, stai bene. Magari sei stanco, affaticato per il turno di lavoro, ma poi quando fai cose simili ti senti come un giocatore che segna il gol partita al novantesimo minuto. Una gioia immensa che ti fa passare ogni fatica. Ecco, io oggi mi sono sentito come se avessi segnato il gol di una finale mondiale”.

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