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“Anche noi possiamo sbagliare, ma certi passeggeri diventano veri animali”: lo sfogo di un autista Flixbus

Gianluca (nome di fantasia, ndr) è un autista Flixbus che, dopo le recenti esperienze da incubo riferite da passeggeri del vettore, ha contattato Fanpage.it per raccontare la sua esperienza e condividere il suo punto di vista. Per motivi legati alla sua professione ha preferito rimanere anonimo.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

"Le colpe vanno divise fra tutti, passeggeri, azienda e autisti. Quello che interessa a Flixbus, lo dico chiaramente, è che si paghi il biglietto, poi purtroppo le persone sono un po' allo sbaraglio. Alle stazioni, per esempio, non c'è un'accoglienza e sabato e domenica anche a noi autisti al telefono rispondono davvero raramente".

A parlare è Gianluca (nome di fantasia, ndr), un autista Flixbus che, dopo le recenti esperienze da incubo riferite da passeggeri del vettore, ha contattato Fanpage.it per raccontare la sua esperienza e condividere il suo punto di vista. Per motivi legati alla sua professione ha preferito rimanere anonimo.

"Tanti autisti non sono professionisti, ma persone che hanno deciso di iniziare a fare questo lavoro a 60 anni, per esempio, perché c'è una richiesta enorme. Ma in questi casi, ovviamente, si perde un po' di professionalità. Non basta solo saper girare il volante, ci vogliono anni di esperienza sul mezzo e sulle strade. E poi il lavoro deve piacere", spiega.

"Alcuni lo fanno solo per i soldi, invece a me piace anche il contatto con la persona. Si trovano autisti di tutti i tipi e ci sono tante differenze, anche di nazionalità. Per esempio, se gli autisti slavi e i teutonici dicono di ‘no' è ‘no', non si può dialogare, sono così, molto più rigidi", aggiunge.

Come osserva l'autista, se a volte può capitare un autista che non è in grado di gestire determinate situazioni, dall'altra ci sono anche molti passeggeri che possono creare problemi perché pretendono cose a cui il singolo autista non può provvedere.

"Un Flixbus è come un aereo o un treno, ci sono dei regolamenti. – precisa – Le valigie, per esempio, devono rispettare misure e peso specifici, dato che gli spazi sono ristretti. Ma ci sono persone che si presentano con bagagli che pesano anche 30-40 chili".

"Da contratto noi non abbiamo l'obbligo di aiutare a caricare i bagagli. Anche perché se io sollevo una valigia che è troppo pesante, mi faccio male e non riescono a trovare un sostituto, si blocca tutta la linea. Il vettore poi viene multato e io vengo ripreso. Per questo non posso prendermi questa responsabilità, ci sono delle misure e vanno rispettate. Le persone a volte però su queste cose non si informano e se non li aiuti dicono che sei ‘cattivo'".

I passeggeri hanno spesso comportamenti estremamente maleducati, spiega ancora Gianluca, "a prescindere dalla nazionalità e a qualsiasi livello di istruzione. Si levano le scarpe, attaccano le gomme dappertutto, fanno rumori di tutti i tipi. Si comportano come animali".

Con l'autista abbiamo parlato anche del problema dei ritardi durante le soste in autogrill. Alcuni passeggeri hanno raccontato di aver superato il tempo garantito e di essere stati lasciati a piedi, senza alcuna spiegazione.

"Su questo ti posso dire che, se facciamo una sosta in autogrill e diamo del tempo, non siamo obbligati a fare la conta dei passeggeri. Io lo faccio, molti no, anche se penso che sia una questione di intelligenza e sensibilità. Se dopo aver fatto la conta, manca un passeggero, non siamo obbligati a entrare in autogrill. Io ho fatto anche questo".

"Una volta ho atteso 20 minuti di più e quando ho riferito all'azienda mi hanno detto: ‘Ancora stai lì?‘. Ma la gente non si rende conto che quella mezz'ora in più può causare un danno a chi doveva prendere una coincidenza con un altro bus o un treno. Già ci sono il traffico o i lavori in corso e altre problematiche".

"Per questo noi non possiamo aspettare. – aggiunge – E l'azienda non dice nulla. Bisogna dire che Flixbus fa anche dei corsi per gli autisti, ma il vettore non li obbliga a frequentarli e molti non ci vanno".

L'autista conclude: "Quando leggo certe storie, mi offendo. Negli ultimi anni si è abbassata molto la qualità, ci sono tanti autisti che sono davvero inventati, mentre io sono autista di professione, lavoro in questo settore da anni. Il collega che ha lasciato il passeggero ha sbagliato – dice parlando della storia raccontata a Fanpage.it da un ragazzo di 22 anni lasciato in autogrill dopo essersi sentito male e aver allungato la pausa di 5 minuti – ma non siamo tutti uguali".

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