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Anastasiia uccisa e nascosta in valigia a Fano: l’ex condannato all’ergastolo e a risarcire il figlio

Moustafa Alashri è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario dell’ex moglie Anastasiia, la giovane mamma 23enne uccisa quasi due anni fa a Fano con 29 coltellate e poi gettata in un valigia in campagna. All’uomo il tribunale ha anche tolto la potestà genitoriale sul figlioletto.
A cura di Antonio Palma
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Anastasiia e le immagini del marito in fuga dopo l'omicidio
Anastasiia e le immagini del marito in fuga dopo l'omicidio

Ergastolo, è questa la condanna inflitta oggi dalla Corte d'Assise di Pesaro a Moustafa Alashri, il 43enne accusato dell'omicidio volontario della ex moglie Anastasiia, giovane mamma 23enne uccisa quasi due anni fa a Fano. Lo stesso Tribunale di Pesaro, nella sentenza emessa oggi, ha condannato l'imputato a risarcire con 300mila euro il figlio minore della coppia per la perdita della madre. La sentenza è stata pronunciata della Corte d'Assise di Pesaro dopo una camera di consiglio iniziata stamattina intorno alle 10 e conclusa nel pomeriggio alle 15.

L'efferato omicidio della 23enne si era consumato nella mattina del 13 novembre 2022 nell'abitazione che fino a poco prima la coppia condivideva. La giovane mamma venne raggiunta da ben 29 coltellate poi il suo cadavere venne rinchiuso in un trolley e gettato in un dirupo. Secondo l'accusa, l'ex marito, da cui si stava separando, l'ha uccisa e poi ha cercato di disfarsi del cadavere gettandolo via nella valigia. Il 43enne poi avrebbe anche cercato di fuggire all’estero, ma alla stazione di Bologna venne bloccato e arrestato.

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Secondo quanto ricostruito da indagine e processo, i coniugi Alashri erano già in crisi quando fuggirono dall'Ucraina per lo scoppio della guerra. Qui in Italia le cose erano peggiorate fino alla richiesta di separazione della donna. "Ho paura per la vita di mio figlio, con Moustafa litighiamo sempre, non so cosa possa succedere. Mamma vieni a prendere il bambino, è la soluzione migliore" aveva detto Anastasiia alla madre in una delle ultime telefonate.

Due giorni prima de delitto inoltre si era rivolta ai carabinieri denunciando il coniuge per maltrattamenti. Il giorno dell'omicidio la donna era tornata a casa per prendere delle sue cose ma è stata aggredita, colpita con decine di fendenti e uccisa. Secondo la difesa dell'uomo, quella mattina del 13 novembre i due avevano litigato e lei avrebbe tentato di accoltellarlo e lui avrebbe reagito uccidendola. “Il coltello era nelle mani di Anastasiia, l'ho colpita dopo averle tolto l'arma” ha sempre dichiarato Alashri. Per questo nell'arringa finale l'avvocato ha chiesto la Legittima difesa per l'imputato.

Altra la ricostruzione dell'accusa che parla di un assassinio a sangue freddo seguito dall'occultamento del cadavere, chiuso in un valigia e gettato in una zona di campagna alle porte di Fano, e da una fuga. I pm quindi avevano chiesto la pena dell'ergastolo, ora accolta dal Tribunale.

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