Amt Genova, quarto giorno di sciopero. I lavoratori: “Andiamo avanti a oltranza”

UPDATE – “Il Comune di Genova non vuole privatizzare l'Amt”: a dirlo è il sindaco Marco Doria, tendendo la mano ai sindacati nella trattativa per fermare lo sciopero del trasporto pubblico. “L'azienda deve avere i conti in equilibrio, non può fallire, abbiamo il dovere di salvarla”, ha precisato Doria. "Vivo questa situazione – ha aggiunto il primo cittadino – con grande senso di responsabilità e grande impegno. Sono stato coerente con le mie idee, si devono salvare i beni pubblici. Il Comune – ha detto ancora – è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può chiamarsi fuori”.
UPDATE – A Genova è intervenuto anche Pierluigi Bersani: “Non mettiamo dell’ideologia in questa discussione ma cerchiamo di vedere come fa un’azienda a dare lavoro e stare in piedi, pubblica o privata che sia. È inutile che Grillo sbandieri delle polemiche astratte”. L’ex segretario del Pd, a Genova per un incontro pubblico a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo alle primarie del partito, è intervenuto in questi termini in merito alla vertenza dei dipendenti di Amt.
UPDATE: Anche Beppe Grillo ha deciso di scendere in piazza con i lavoratori della Atm. Il leader del Movimento 5 Stelle, parafrasando il sindacalista Andrea Gatto, ha detto: "Genova è la scintilla di un incendio che si può espandere in tutta Italia". Il comico ha quindi spiegato: "Sfilo con voi, è una lotta giusta: le autostrade, il gas, trasporti, l’acqua, sono un bene pubblico nessuno deve arrogarsi il diritto di venderli ai privati. Ora devono essere i sindacati generali a diffondere le fiamme nelle altre città. Questo è un punto di non ritorno. Io sono ancora più incazzato di voi. Se vengo qui sono strumentalizzato, perché voglio i voti, ma io non voglio i voti di nessuno. Io abito in questa città". Il primo a parlare di "scintilla" era stato il sindacalista della Faisa Cisal Andrea Gatto al termine dell'assemblea di stamattina: "Numerosi politici hanno chiesto di aderire alla nostra protesta, dobbiamo evitare strumentalizzazioni e passerelle, questa è e deve restare una protesta dei tranvieri – ha aggiunto Gatto – Se i politici vogliono sfilare con noi sono ben accetti, ma microfoni e telecamere se li vanno a cercare da un’altra parte, soprattutto quelli che vogliono distruggere il sindacato. Finora la polizia – ha concluso – ha fatto una vigilanza tranquilla della protesta ma potrebbe non essere sempre così. Dobbiamo stare attenti a non fare atti che ci portano solo danni, è necessario fare un servizio d’ordine. Noi non vogliamo buttare bombe né rompere muri".
UPDATE: I lavoratori hanno terminato l'assemblea pubblica: si sono riuniti e stanno sfilando in questo momento nelle vie della città con l'obiettivo di arrivare a Piazza De Ferrari. Hanno annunciato che gli scioperi proseguiranno anche nel weekend: "Una settimana è composta da 7 giorni. Domani e domenica dobbiamo continuare la nostra guerra". Intanto hanno annunciato solidarietà anche i tifosi di Genoa e Sampdoria, che hanno assicurato che durante le partite appenderanno striscioni di sostegno ai tranvieri. Ma la protesta potrebbe spostarsi a Roma già lunedì mattina. Durante l'assemblea sindacati e lavoratori hanno detto: "Qui c’è l’assassino del trasporto pubblico – ha detto Andrea Gamba (Cgil) – ma bisogna andare a trovare il mandante. È necessario andare a Roma, con delegazioni da tutta Italia, perché sono lì i colpevoli di questa situazione".
I lavoratori dell'Amt, la società di trasporti pubblici genovese, hanno indetto per oggi il quarto giorno consecutivo di sciopero contro la privatizzazione dell'azienda, voluta dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Doria: non sono servite a molto le minacce del prefetto Giovanni Balsamo, che ieri ha lanciato un duro avviso ai manifestanti: "Abbiamo inviato oggi le prime notifiche ai lavoratori, applicheremo tutte le sanzioni previste per l’interruzione del pubblico servizio. Bisogna essere consapevoli che questi comportamenti hanno delle conseguenze. Le sanzioni variano da 500 a mille euro. Stiamo anche verificando se ci sono sottospecie di reato riguardo a eventi come l’interruzione del Consiglio comunale e l’interruzione della circolazione stradale". Il risultato? Oggi centinaia di dipendenti dell'Amt si sono riuniti in assemblea alla sala Chiamata di San Benigno per discutere sulle modalità di prosecuzione della protesta. L'obiettivo è chiaro a tutti: bloccare il piano di privatizzazioni della giunta comunale. Intanto i tranvieri di Roma esprimono solidarietà ai colleghi: "La questione di Genova – ha detto Danilo Caruso, della Filt/Cgil Roma-Lazio – è una questione nazionale. I lavoratori sono vittime come i cittadini. Da Roma siamo orgogliosi di voi e vogliamo portare avanti la proposta di far pagare a tutti i ferrotranvieri italiani le multe derivanti dalla precettazione".
Ieri intanto il consiglio comunale si è riunito a porte chiuse, tra le proteste del Movimento 5 Stelle, che è uscito dall'aula. Le trattative con i sindacati erano state interrotte dopo che le organizzazioni dei lavoratori avevano abbandonato il tavolo della discussione di fronte alla proposta del sindaco di posticipare la privatizzazione di un anno. Ciò non è stato sufficiente: Doria ha comunque portato in consiglio comunale la delibera, inizialmente bocciata con 20 voti contrari e 13 favorevoli. La giunta ha quindi messo ai voti un emendamento nel quale non si fa nessun riferimento specifico alla privatizzazione dell'Amt: "Non è una delibera per le privatizzazioni – spiega il capogruppo Pd, Simone Farello – ma è una delibera di indirizzo che dà delle indicazioni ai manager delle società partecipate per salvarle dal fallimento e rilanciarle. La delibera non dice “tutto pubblico” o “tutto privato”, dice che bisogna affrontare i problemi caso per caso salvaguardando l’equilibrio di bilancio. L’esplosione di disagio dei lavoratori che si è manifestato non è legato alla delibera, è legato a ragioni più profonde".
Ma a spiegare le ragioni profonde della protesta è un autista in sciopero, Luca Bruzzo, intervistato dal quotidiano online Controlacrisi: "Le ragioni principali sono quelle della privatizzazione e di un accordo non rispettato da parte del Comune di Genova. A maggio abbiamo firmato un accordo molto sofferto perché ogni dipendente ci ha lasciato 1.500 euro e ciqnue giorni di ferie. Il sindaco si era impegnato a ricapitalizzare. Non l’ha fatto, e non ha intenzione di farlo. Ieri (giovedì, ndr) ha detto che per salvare vouole ancora sacrifici. Ci siamo sentiti presi in giro". E sulla solidarietà arrivata da Roma commenta: "Questa compatezza di cateoria non si vedeva da anni e questo movimento non ci si fermerà. Situaione critica, ma la cittadinanza ci è vicina. Abbiamo bisogno del manforte di altre città e altre categorie. Questo “sciopero fuori dalle regole” è la dimostrazione che siamo uniti. È stato voluto dalle organizzazioni sindacali. Dapprima non tutti erano convinti poi l’abbiamo fatto per non spezzare la categoria. I sindacati stanno facendo il sindacato. Stanno portando i probemi della cetegoria dove li devono porare. Fino ad oggi facevano un lavoro diverso ma ora l’hanno capito". Poi l'annuncio: "Andremo avanti a oltranza".