“Ammazzatele”: 23 indagati per frasi contro maestre accusate di maltrattamenti in asilo a Grosseto
"Quelle maestre andrebbero ammazzate", "Vanno linciate", "la prigione non basta", sono solo alcune delle violenti frasi rivolte sui social contro alcune insegnanti accusate di maltrattamenti in asilo e che ora son finite al centro di un inchiesta parallela della Procura di Grosseto che ha iscritto nel registro degli indagati 23 persone con l'accusa di diffamazione e istigazione a commettere altri reati. Come riferisce "Il Tirreno" i 23 indagati, quasi tutti grossetani o comunque residenti in provincia e per la maggior parte donne, a lungo avrebbero rivolto offese, insulti e anche minacce alle indagate e a tutto il personale dell’asilo. Insulti che, secondo il sostituto procuratore Salvatore Ferraro, non esprimevano solo odio e rabbia nei confronti delle donne finite sotto processo e del loro colleghe ma avrebbero potuto spingere qualcuno a fare loro del male
"La prigione per queste persone non esiste, si sono permesse di toccare delle anime innocenti, vanno pestate a sangue" scriveva qualcun , "Vanno linciate – Loro hanno malmenato i bambini allora le beccavo una ad una da sole in un vicolo e ti giuro le riempivo di legante fino a fargli chiedere perdono in ginocchio e poi le avrei finite di ammazzare" scriveva un’altra delle indagate. "Un sacco in testa e giù con le bastonate, fino a cambiare i connotati a queste", si legge ancora un altro commento sui social finito agli atti dell'inchiesta. Tutti messaggi apparsi in commenti pubblicati su alcuni profili che riportavano la notizia del processo in corso a carico delle maestre.
C’è stato anche chi indicava al proprietario della pagina la presenza in un centro commerciale della zona di tre delle donne finite sotto processo per i maltrattamenti all’asilo. L’uomo, insieme a una sua collaboratrice, si era presentato al centro commerciale cercando di parlare con una delle imputate che era stata costretta a rifugiarsi dentro a un ristorante. Per questo, tre degli indagati sono accusati anche di molestie.