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Ammazza l’amante trentenne della suocera: non voleva interrompere la storia con lei

Ciro Piccione, 20 anni, sposato e padre di due bambini, è stato ucciso a San Giorgio Ionico (Taranto) da Salvatore Mele, genero della sua amante 47enne. Rosi, la figlia della 47enne aveva chiesto al fidanzato di affrontare l’amante della madre per intimargli di mettere fine a quella storia. Piccione, però, non ne voleva sapere. Il dramma familiare si è concluso con due colpi di pistola.
A cura di Angela Marino
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A sn la vittima, Ciro Piccione a dx Salvatore Mele
A sn la vittima, Ciro Piccione a dx Salvatore Mele

Quando ha iniziato la relazione con Valeria, bella signora di 47 anni, ben 18 più dei suoi 29, Ciro Piccione, imprenditore agricolo di San Giorgio Ionico, 30 minuti da Taranto, non immaginava che gli sarebbe costata la vita. Neanche Valeria, madre separata pensava che quella passione che l'aveva sorpresa in età matura avrebbe causato una simile tragedia. È cominciato tutto nei primi giorni di maggio, quando Rosi ha detto al fidanzato Salvatore Mele, trentenne di Lizzano, di aver scoperto la relazione di sua madre.

Il dramma familiare

Deve finire, è il verdetto della ragazza, che al fidanzato consegna il numero di telefono di Piccione chiedendogli di affrontarlo. È quello che il giovane fa, tanto che il 12 maggio fissa un appuntamento con l'imprenditore per discutere di quella storia. I due si vedono, ma nonostante sia Piccione sia già sposato e padre di un bambino e una bambina, non ne vuole sapere di interrompere la relazione con Valeria. Nella violenta discussione spunta una Beretta calibro 7,65, partono due colpi, che colpiscono all'addome e alla coscia Ciro Piccione.

Il delitto

Un incidente, giurerà Mele, che però si allontana da quel garage di periferia e riprende la sua giornata, senza allertare i soccorsi, senza denunciare l'episodio alle autorità e gettando l'arma del delitto in mare, che non verrà più ritrovata. Risaliranno a lui attraverso la testimonianza di un parente della vittima che – come si legge sul settimanale ‘Giallo' – aveva sentito telefonicamente Piccione lo stesso giorno dell'omicidio. Il giovane si era già confidato con il cugino, militare a La Spezia, circa la sua relazione con una donna più grande. Propio quel giorno gli aveva detto che dopo poche ore avrebbe incontrato il genero dell'amante. Solo grazie a questa testimonianza gli investigatori sono riusciti a ricostruire le ultime ore della vittima e risalire al Salvatore Mele, immediatamente convocato a colloquio con la signora Valeria e sua figlia Rosi.

Le indagini

È la stessa ragazza ad ammettere con gli inquirenti di aver dato il numero di cellulare di Piccione al fidanzato e di avergli chiesto di affrontare l'amante della madre e di farsi da parte, di lasciarla in pace una volta per tutte. Il giovane conferma ammettendo anche di essere andato all'appuntamento con il 30enne. L'arma era sua, dice, durante una colluttazione nata mentre discutevano lo avrebbe disarmato per difendersi e, per errore, sarebbero partiti i colpi mortali.

Saranno le perizie ad accertare la dinamica degli spari, intanto l'accusa di omicidio volontario e porto abusivo di arma da fuoco non lascia molti dubbi sulla credibilità che gli investigatori hanno dato a questa ricostruzione.

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