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Amianto alle ex officine FS, è morta Maria Rosa Brizzi, vittima n. 304: “Sterminio senza fine”

Ha lavorato al bar e alla mensa dal 1975 al 1992: da tempo combatteva contro un mesotelioma. “Quando finirà lo sterminio?” si chiedono i colleghi. A Fanpage.it Maria Rosa aveva detto: “Ogni mattina mi dico: adesso ci sono, stasera non lo so. Ecco il regalo che mi ha fatto la ferrovia. È uno schifo, si sono comportati come dei cani”.
A cura di Beppe Facchini
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Maria Rosa non ce l’ha fatta. Anche il suo nome, adesso, si aggiunge alla lista dei morti fra gli ex lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna, dove per anni si è adoperato l’amianto per interventi sui treni di Ferrovie dello Stato. "Triste, molto, triste.. Maria Rosa ieri è stata sconfitta”. L’annuncio via Facebook è di Salvatore Fais, il sindacalista in pensione che per trent’anni ha lavorato alle ex Ogr e che oggi continua a portare avanti la battaglia dei colleghi e dei familiari delle vittime contro quella che lui stesso a Fanpage.it aveva definito “una strage di Stato”. Fatta eccezione per gli impiegati in ufficio, praticamente tutti i lavoratori delle officine sono stati per molto tempo a contatto con l’amianto, tante volte senza rendersi minimamente conto delle conseguenze. “Ci giocavamo come fosse neve” avevano ricordato altri ex lavoratori. Complessivamente le vittime dell’amianto salgono così a 304. Per Fais, e non solo, “lo Stato e le Ferrovie sapevano dei rischi che si andavano a correre respirando quelle fibre. Chi è il colpevole?” continuano a chiedersi. E se lo chiedeva anche Maria Rosa. “Il devastante mesotelioma ha costretto alla resa anche lei –si legge ancora nel post di Fais-, la sua grande forza e la voglia di vivere che la caratterizzava non sono bastate, il periodo trascorso in Ogr non ha risparmiato neanche lei..magnifica collega che sei rimasta nel cuore di tutti noi. Maledetto amianto quando finirà questa questo sterminio?”

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“Ogni mattina mi dico: adesso ci sono, stasera non lo so. Ecco il regalo che mi ha fatto la ferrovia. È uno schifo, si sono comportati come dei cani”. Questo ci aveva raccontato Maria Rosa Brizzi, che ad agosto avrebbe compiuto 80 anni. Era stata assunta al Dopolavoro Ferroviario di Bologna nel gennaio 1975. È andata in pensione nel 1992. "È sempre stata addetta al bar e alla mensa all'interno dei locali delle Officine Grandi Riparazioni di via Casarini –racconta oggi Salvatore Fais-. Più di mille operai frequentavano il bar e la mensa, vi si recavano vestiti con gli abiti da lavoro, tute, con la quale svolgevano le mansioni abituali. Il bar e la mensa avevano le finestre e le porte aperte e così erano aperti i capannoni delle officine, che si trovavano di fronte, l'inquinamento ambientale era elevato”.

"È stata una donna battagliera rispetto i propri diritti e ai diritti degli altri lavoratori. Generosa, sempre pronta per gli altri” conclude Fais.

I funerali di Maria Rosa si terranno domani venerdì 28 giugno alle 11 nella chiesa di Casteldebole, a Bologna.

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Pugliese, giornalista dal 2009 (professionista dal 2017), vivo in Emilia-Romagna dal 2010 e collaboro con Fanpage.it da marzo 2018, occupandomi di attualità, cronaca, politica e sport. In passato ho collaborato, fra gli altri, con Gazzetta di Parma, Agenzia Vista, Fps Media, AlaNews e Corriere di Bologna, oltre ad alcune esperienze in radio e in diversi uffici stampa. Con altri colleghi ho fondato e coordinato per quattro anni ParmAteneo, testata online e laboratorio di giornalismo dell'Università degli Studi di Parma. Nel 2012 ho fondato e diretto Parmanews24. Nel 2014 ho scritto "Elvio Ubaldi, la politica nel destino. Dalla Cattedrale occupa a Parma città cantiere all’esperienza grillina. Quarant’anni di storia locale” (2014 Parma, Ed. Battei), vincitore dell’edizione 2015 del "Premio Marco Nozza, giornalismo investigativo e d’informazione critica". Dal 2017 risiedo a Bologna. Attualmente collaboro anche con La7, RiciclaTv e Teleromagna.
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