Ambulanza inseguita da negazionista, la risposta del 118: “Amareggiati da complottismo ignorante”
Alessio Spano ha 29 anni ed il responsabile della base di Valledoria, a pochi passi da Sassari, del 118. Nei giorni scorsi tramite la sua pagina Facebook ha denunciato quanto è avvenuto qualche giorno fa quando una delle loro ambulanze è stata inseguita dall'auto di una negazionista del Covid, un episodio che si sta ripetendo sempre più spesso in numerose città italiane. "Ci hanno mandato lo screen di un post condiviso sui social con tanto di foto – ha raccontato a Fanpage.it -. Quella era una nostra vettura, perché è una delle poche ad avere quel tipo di colorazione. Ci hanno insultato, dicendo che non era vero niente, che era vuota".
Il post in questione recita così: "Sirene e lampeggianti accesi. Ci supera. Va a 30 chilometri orari fino a Tempio, dove spegne le sirene e continua ad andare a 30 km/h. La seguo giusto un po'. La curiosità è femmina ed io lo sono. Nella cabina di guida c'è solo una persona: l'autista, e mi pare molto rilassato". A bordo dell'ambulanza, ha spiegato Alessio, c'era in realtà un paziente in codice giallo verso il pronto soccorso di Tempio. "Era negativo al Covid ma ormai trattiamo tutti i casi come sospetti per questo gli operatori all'interno della vettura erano tutti bardati. Inoltre, tramite le immagini della dash cam della vettura abbiamo capito che le sirene non sono rimaste ferme neanche per un minuto". Dopo la denuncia via social di Alessio, la signora negazionista non solo ha cancellato immagini e post, ma ha eliminato anche il proprio profilo Facebook. "Io l'ho contattata personalmente – ha continuato Alessio -. Ma poi è sparita. Intanto, ci siamo rivolti a un legale per tutelare l'associazione e il nostro lavoro".
L'episodio ha creato indignazione. "Quello che più mi amareggia oltre al testo del post sono i commenti, che inneggiano alla falsità, al complottismo più ignorante atto a colpire un settore che sta lavorando a livelli pressoché assurdi in un periodo difficile come questo. Mi dispiace per i miei ragazzi che erano in servizio su quel mezzo, ma mi dispiace anche per tutti gli altri equipaggi. È un offesa per tutte quelle persone che lavorano nel Sistema di Urgenza/Emergenza con un carico assurdo, e per il sistema in se che lavora a ritmi allucinanti. Oltre al personale Ospedaliero e il resto che gira intorno per far si che tutto possa funzionare. Quello che serve è un po' più di rispetto per chi lavora e per i pazienti", ha concluso Alessio.