Ambiente, l’Ispra presenta il rapporto annuale: 8 milioni di italiani a rischio alluvione
L'ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ha presentato nei giorni scorsi l'annuario dei dati ambientali nel nostro paese. Una ricerca che ha analizzato i rischi ambientali in Italia. Secondo i dati dell'Istituto sono 8 milioni e 600 mila i cittadini che vivono con il rischio costante di essere travolti da alluvioni e inondazioni. Nel 2014 si sono verificati 211 eventi di rilievo legati al dissesto idrogeologico che hanno provocato 14 vittime con particolare concentrazione in Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia. Esposti al rischio di frane sono anche 28.500 siti archeologici ed oltre 7 mila scuole. Un dato preoccupante che testimonia ancora una volta come il dissesto idrogeologico nel nostro paese rappresenti un rischio strutturale notevole.
Aumentano le diossine nell'aria, il 65% dei fiumi è a rischio
L'allarme più grande è quello che riguarda la qualità dell'aria: il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato in circa la metà delle aree urbane analizzate (che sono 63), con i valori più elevati registrati nel bacino padano e in alcune città del Centro, del Sud Italia e delle Isole. In aumento anche le emissioni di IPA – gli idrocarburi policiclici aromatici – e delle diossine, elementi inquinanti derivanti dalla combustione legata ai processi industriali, alla produzione di energia, all'uso di solventi chimici ed al trattamento dei rifiuti. Per l'Ispra sono 1.104 i siti industriali a rischio di incidente rilevante nel nostro paese, quasi tutti concentrati tra Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. L'aumento degli agenti inquinanti contribuisce pericolosamente ai mutamenti climatici. In aumento le ondate di calore, i giorni di gelo, l'assottigliamento dei ghiacciai, le notti tropicali: tutti dati che testimoniano come il vortice dei cambiamenti climatici nel nostro paese sia davvero preoccupante. All'esame dei tecnici dell'istituto del Ministero dell'Ambiente anche la qualità delle acque dei fiumi e dei laghi che hanno fatto registrare dati preoccupanti. Il 60% dei fiumi ed il 65% dei laghi hanno fatto riscontrare una qualità delle acque inferiore il livello "buono". Va meglio per le acque sotterranee dove circa il 70% dei campioni è stato classificato come "buono". Preoccupante è anche il grado di aggressione dal cemento delle nostre coste, visto che il 46% delle nostre coste basse ha subito negli ultimi 50 anni modifiche superiori ai 25 metri. Fortunatamente su 15 regioni costiere, sono 11 quelle che si sono dotate di strumenti di pianificazione e tutela del litorale.
In aumento il trasporto dei rifiuti radioattivi
L'attenzione dei ricercatori è stata dedicata anche ai rifiuti speciali. Si rileva la diminuzione del'1.5% della produzione di rifiuti speciali in Italia, ma si registrano dati preoccupanti per alcune categorie specifiche. È il caso dell'aumento del trasporto dei rifiuti radioattivi sul territorio italiano. Come si legge nella ricerca dell'Ispra: "Fino al 2012 si è osservata una generalizzata diminuzione del numero dei colli trasportati, per tutte le tipologie di impiego delle materie radioattive; mentre a partire dal 2013 si osserva un’inversione di tendenza, confermata nel 2014". Tra i territori maggiormente attraversati dal trasporto di rifiuti radioattivi: Milano, Bergamo, Roma, Napoli, Torino, Forlì e Isernia. Ad aggravare il quadro anche la cattiva qualità dei rifiuti radioattivi detenuti in Italia, dove non esiste ancora un deposito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, che vengono dunque conservati in numerosi siti provvisori disseminati su tutto il territorio nazionale.