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Amanda Knox tornerà in Italia: a Firenze per la sentenza sulla calunnia verso Lumumba

Amanda Knox tornerà in Italia il 5 giugno per assistere all’udienza della Corte d’assise d’appello a Firenze chiamata a decretare se vi sia stata o meno la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Amanda Knox tornerà in Italia per presentarsi all'udienza della Corte d'assise d'appello del 5 giugno a Firenze. L'ex coinquilina di Meredith Kercher accusata del suo omicidio insieme all'allora fidanzato Raffaele Sollecito, partirà dagli Usa per raggiungere la Toscana ad assistere all'udienza della Corte d'assise d'appello che dovrà stabilire si vi sia stata o meno la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, titolare di un pub di Perugia che la stessa Knox aveva accusato dell'omicidio prima di fare il nome di Rudy Guede.

Per il 5 giugno sono previste le eventuali repliche da entrambe le parti (sia quella di Knox che quella di Lumumba) e poi la sentenza. Per la giovane, oggi residente negli Usa, la procura generale di Firenze ha chiesto la conferma della condanna comunque già scontata con quasi 4 anni di carcere prima di essere assolta in appello per l'omicidio di Meredith.

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Secondo i suoi difensori, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, Amanda Knox è invece "una vittima" della violazione dei diritti di difesa e del "processo mediatico". Per questo motivo, secondo i legali, andrebbe quindi assolta.

Nel processo si è costituito parte civile Lumumba, seguito dall'avvocato Carlo Pacelli che ha chiesto la conferma della responsabilità per calunnia nei confronti dell'uomo poi assolto da ogni accusa e rilasciato. Se Lumumba dovesse essere presente in aula, incontrerà faccia a faccia Knox.

Il 30 aprile la studentessa americana coinvolta nell’omicidio di Meredith Kercher rilascerà la sua prima intervista televisiva in assoluto. La Knox racconterà la sua storia all’emittente Abc, che si è aggiudicata le sue confessioni e che promette “dettagli mai rivelati”.

La condanna di Knox per calunnia era diventata definitiva, ma poi l'americana si era rivolta alla Corte europea dei diritti dell'uomo che aveva riconosciuto la violazione delle garanzie difensive negli interrogatori della notte del fermo. Per questo motivo la Cassazione, su richiesta della difesa, ha applicato il nuovo articolo 628 bis del codice di procedura penale, annullando la sentenza precedentemente emessa e rimettendo gli atti nelle mani del giudice per valutare se il memoriale scritto la mattina del 6 novembre sulla base di quanto testimoniato da Knox possa configurare la calunnia.

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