Amanda Knox: “Minacce prima di tornare in Italia, mi dicevano come mi avrebbero ammazzata”
"Ero sinceramente terrorizzata prima di tornare in Italia, ho rivenuto messaggi da persone che descrivevano come mi avrebbero ammazzata". Per la prima volta da quando è rientrata in Italia per il festival della Giustizia Penale di Modena, Amanda Knox parla di come è stato tornare nel Paese che stava per condannarla per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. L'intervista è stata rilasciata a Lester Holt su NBC Nightly News. La scrittrice era stata invitata a parlare del suo nuovo podcast ‘The Truth About True Crime'.
"Ci siamo sentiti al telefono prima che partissi per il viaggio e mi sembravi realmente spaventata" nota il conduttore. "Sì, lo ero – risponde l'ex studentessa – ma il fatto di essere stata invitata all'Italy Innocence Project e di essere accolta per prendere parte all'evento era troppo importante per me", spiega, "eppure non cambia il fatto che alcune persone mi mandavano messaggi per dirmi come mi avrebbero uccisa". Knox è intervenuta come relatrice al panel sul processo mediatico, dove ha raccontato come sarebbe stata descritta "sulla scena globale come astuta, psicopatica, drogata, pu**ana, colpevole" dai media.
L'ex coinquilina di Meredith Kercher è stata assolta dall'accusa di omicidio nel 2011 con sentenza definitiva della Cassazione, mentre è stata condannata a 3 anni per l'accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. L'ex datore di lavoro di Amanda, gestore del bar dove lavorava, è stato accusato ingiustamente dall'allora studentessa di essere l'autore del delitto. Amanda ha scontato 4 anni di carcere a titolo di detenzione preventiva. È tornata in Italia prima delle conclusione del processo e vi ha partecipato in contumacia. Dal 2011 ha continuato a far parlare di sé e recentemente è finita sulle pagine di cronaca per la sua ‘raccolta fonti' per le nozze con lo scrittore Christopher Robinson. Pochi giorni fa Rudy Guede, il cittadino ivoriano condannato per aver ucciso Meredith Kercher, ha ottenuto la semilibertà dopo aver conseguito in carcere una laurea. Raffaele Sollecito, invece, oggi vive a Ro, in provincia di Ferrara, dove ha trovato lavoro.