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L'omicidio Meredith Kercher

Amanda Knox giornalista a Seattle: si occupa di cronaca e teatro

La giovane americana, due volte condannata per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia, ha iniziato a collaborare come freelance con un magazine della sua città.
A cura di Susanna Picone
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“L’abbiamo contattata per darle la possibilità di avere una vita normale”: così Patrick Robinson, direttore del magazine Seattle Herald, ha parlato di Amanda Knox, che ora fa parte del suo team. La giovane americana, due volte condannata per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia, sta infatti lavorando come giornalista nella sua città. Per il settimanale Seattle Herald Amanda cura una rubrica di spettacoli, in particolar modo si occupa di recensioni teatrali, e anche di cronaca locale. Il direttore del giornale ha detto di considerare Amanda Knox una ragazza molto intelligente, capace, e l’ha definita “una giornalista altamente qualificata”. “Ne ha passate tante – ha detto Robinson parlando della giovane condannata in Italia per omicidio -, è molto interessata al lavoro ed è facile lavorare con lei”. I primi articoli della Knox sul Seattle Herald sono apparsi sotto uno pseudonimo affinché la sua privacy fosse tutelata. Poi, in accordo con il suo direttore, sotto i pezzi della ventisettenne è apparso il suo vero nome.

Amanda Knox condannata per l'omicidio Meredith

L’ex studentessa di Perugia quando è tornata in America dopo i primi processi e il carcere in Italia si è iscritta nuovamente all’università per laurearsi in scrittura creativa. La giovane ha già scritto un libro nel quale ha detto la sua sull’omicidio della sua coinquilina di Perugia Meredith Kercher e soprattutto ha parlato delle accuse contro di lei e degli anni in carcere. Da tre anni Amanda vive di nuovo nella sua città natale da dove ha assistito alla prosecuzione del processo in Italia che la vede imputata. Lo scorso 30 gennaio la Knox è stata giudicata colpevole di omicidio insieme al fidanzato di allora Raffaele Sollecito: la Corte d’Assiste d’Appello di Firenze l’ha condannata a 28 anni e 6 mesi di reclusione.

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