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Amanda Knox dopo la condanna per calunnia: “Verdetto ingiusto. Amo l’Italia, un giorno spero ci capiremo”

Amanda Knox all’indomani della condanna per calunnia a Patrick Lumumba decisa dalla Corte d’assise d’appello di Firenze: “Faremo ricorso alla Cassazione. Non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso Meredith”.
A cura di Ida Artiaco
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"Amo questo Paese e spero che un giorno potremo veramente capirci. Ci sto provando". È questo il commento di Amanda Knox all'indomani della condanna per calunnia a Patrick Lumumba decisa dalla Corte d'assise d'appello di Firenze. La ragazza, cittadina americana, ha rilasciato una intervista a SkyTg24, registrata in Umbria, a pochi chilometri da dove avvenne il delitto della studentessa inglese Meredith Kercher nel 2007, per il quale la stessa Knox è stata definitivamente assolta.

Il colloquio con Knox andrà in onda nella sua versione integrale questa sera nelle edizioni delle 21.30 e delle 22.30 del telegiornale, ma sono state diffuse alcune anticipazioni. "Questo verdetto non è giusto e non è corretto", ha detto riferendosi alla sentenza di Firenze. E poi ancora: "Aspetto le motivazioni, ma certamente faremo ricorso alla Cassazione. Non ho dormito, sono davvero delusa, mi sento triste ma sono determinata. Non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso la mia amica (Meredith). Tornerò qui tutte le volte che devo per lottare contro questa ingiustizia".

La donna ha anche ricordato l'interrogatorio per cui l'Italia è stata condannata dalla Cedu per violazione dei suoi diritti di difesa (sentenza che ha reso possibile l'ultimo processo), definendola "la più brutta esperienza" della sua vita. "Mi hanno fatto credere che fossi pazza", ha detto, aggiungendo di essere "ingiustamente accusata da 17 anni. Cioè tutta la mia vita da adulta. Ho passato quattro anni in carcere da innocente. Dall'inizio volevo solo fare la cosa giusta e dire la verità. A volte penso che non ci sia nulla da fare ma ci proverò per sempre".

A chi non crede alla sua innocenza ha detto: "Se le persone prendessero davvero del tempo per vedere gli atti, allora crederanno alla mia innocenza e non a una fantasia che non esiste. Ero una ragazza di 20 anni – ha sottolineato ancora – e sono diventata la ragazza accusata di omicidio più odiata in tutto il mondo e ho dovuto passare tutta la mia vita a lottare e difendermi. Volevo solo la mia vita. Sono sopravvissuta. Quando cresco i miei bambini spero che vedano la mia forza. Sono fortunata ad avere una famiglia e degli amici che mi sostengono in una lotta che forse continuerà tutta la mia vita". Knox ha spiegato di essere consapevole che in Italia ci siano state 30mila vittime di malagiustizia negli ultimi 30 anni. "Il mio messaggio a chi viene ingiustamente incarcerato è: non siete soli. Ci sono giorni molto difficili, ma c'è chi vuole aiutarvi", ha concluso.

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