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Alzano e Nembro, il verbale del Comitato Scientifico del 3 marzo: “Serve la zona rossa”

Il 3 marzo, in una riunione del Dipartimento di Protezione Civile, il Comitato Tecnico Scientifico ha chiesto di adottare per i comuni della Val Seriana di Alzano Lombardo e Nembro lo stesso provvedimento adottato per i comuni del Lodigiano nei giorni precedenti frenare la diffusione del Coronavirus: è quanto emerge dal verbale numero 16 datato 3 marzo 2020, tra i gli atti mancanti tra le 200 pagine di documenti desecretate giovedì 6 agosto. I contagi, si legge nel verbale, sono in aumento nei due comuni e per questo il Comitato consigliava l’istituzione di una zona rossa.
A cura di Chiara Ammendola
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Il comune di Nembro
Il comune di Nembro
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Per i comuni bergamaschi di Alzano Lombardo e Nembro il Comitato Tecnico Scientifico ha consigliato in piena emergenza Coronavirus di istituire una zona rossa così come era stato fatto qualche giorno prima per i comuni del Lodigiano. È quanto emerge dal verbale redatto lo scorso 3 marzo pochi giorni dopo la decisione di chiudere la zona dei comuni intorno a Codogno, il verbale che mancava tra le oltre 200 pagine di documenti desecretate giovedì 6 agosto. Secondo quanto si legge nello stralcio del verbale diffuso da L’Eco di Bergamo il Comitato Tecnico Scientifico avvalendosi dei dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità che mostrano come i numeri dei contagi sono "in aumento nella regione (Lombardia n.d.r.) e, in particolare, nei due comuni sopra citati (Alzano Lombardo e Nembro n.d.r.)".

Il verbale numero 16 del 3 marzo
Il verbale numero 16 del 3 marzo

L'istituzione di misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa, continua il verbale numero 16 del 3 marzo, potrebbe limitare la diffusione dell'infezione nelle aree contigue. Un appello che però non verrà ascoltato perché la zona rosa per i due comuni della Val Seriana dove i morti sono stati centinaia non sarà mai stata istituita. "I due comuni – si legge nel documento – si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un'unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di altro rischio di ulteriore diffusione del contagio".

Una decisione che però non è mai stata presa e che invece ha portato l'8 marzo alla decisione finale del governo di disporre la zona rossa per la Lombardia e altre 14 province, poi allargata a tutta Italia il giorno seguente. Ed è proprio su questa mancata decisione che la procura di Bergamo sta indagando per capire di chi siano le responsabilità e soprattutto se il rinvio di questa decisione e la perdita di ore preziose per gli abitanti di quelle zone possano essere state decisive nell'esplosione dell'epidemia senza controllo in tutta la zona che ha portato a migliaia di morti.

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