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Alunni di 10 anni rompono crocifissi e li lanciano dalla finestra: puniti col riordino della biblioteca

L’episodio nella scuola primaria Parini di Torino. Durante l’intervallo il gruppetto di studenti di quinta elementare ha rotto dei crocifissi gettandoli dal secondo piano. Il preside: “Da capire se è una bravata oppure dietro c’è un’inquietudine più profonda”
A cura di Giovanni Turi
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Immagine di repertorio - Due crocifissi rotti e lanciati dalla finestra di una scuola elementare di Torino
Immagine di repertorio – Due crocifissi rotti e lanciati dalla finestra di una scuola elementare di Torino

Prima li hanno fatti a pezzi, poi hanno tentato di nascondere il danno gettandoli dalla finestra. È il gesto di un gruppetto di alunni di quinta elementare della scuola Parini, parte dell'istituto comprensivo Torino II, verso due crocifissi esposti in aula. Succede martedì 29 ottobre, nel cuore di Porta Palazzo, zona immersa nel quartiere torinese di Aurora.

A scoprire la "bravata" è stata un'insegnante il giorno successivo che si è accorta dei residui dei crocifissi sul marciapiede di corso Brescia, traversa di corso Giulio Cesare dove c'è l'entrata della scuola.

Stando alle ricostruzioni raccolte, durante l'intervallo un piccolo gruppo di alunni di 10 anni è entrato nell'aula di religione in cui si trovava almeno uno dei due crocifissi. In quel momento, non c'era nessun collaboratore scolastico a sorvegliare.

Li hanno quindi rotti e successivamente gettati dalla finestra del secondo piano per celare il fatto. Come sanzione i responsabili non passeranno l'intervallo con i coetanei, ma dovranno riordinare i libri della biblioteca scolastica fino alla fine del quadrimestre.

Alla scoperta dell'accaduto il preside dell'istituto comprensivo, Massimo Cellerino, ha subito deciso di invitare "tutti i genitori a un'assemblea di classe", riporta il Corriere di Torino, per chiedere informazioni e un pronunciamento su quanto accaduto, oltre ad aver inviato una lettera "che illustra le ragioni della scuola e la gravità del gesto – continua -. Al centro di questa faccenda c'è l'aspetto simbolico, capire quali fossero le motivazioni eventuali di un fatto del genere, se una stupidaggine o un'inquietudine più profonda".

Tra l'altro, si aggiunge la volontà di avviare percorsi di sensibilizzazione con le stesse famiglie, oltreché in classe attraverso corsi sul rispetto delle religioni e sull'importanza dei simboli. "Abbiamo l’impressione che alcuni abbiano confuso la simbologia religiosa, che per loro sia vaga la differenza tra confessioni – dice ancora il preside -. Non sappiamo che cosa sentano in casa e a quanti e quali contenuti siano esposti".

Quel che è emerso dall'assemblea è che "tutti i genitori erano dispiaciuti e mortificati e che certamente non è quello l’insegnamento che danno ai loro figli", riporta Cellerino, che sottolinea come tutti insieme abbiano "convenuto sulla necessità del rispetto che noi insegniamo e pratichiamo nei confronti di tutte le confessioni religiose, quali che siano. Soprattutto in una scuola come la Parini dove ci sono famiglie di varia nazionalità: dall’Egitto alla Nigeria, dal Perù alla Tunisia e al Bangladesh".

La scuola elementare Parini di Torino, parte dell'istituto comprensivo Torino II
La scuola elementare Parini di Torino, parte dell'istituto comprensivo Torino II

Tutti i plessi dell'istituto comprensivo, infatti, contano 1.033 alunni e 49 classi con una media di 21 studenti l'una. Come riporta il sito istituzionale Museo Torino, "il numero di alunni stranieri al corso elementare supera il 50%". Il quartiere Aurora a livello demografico registra un 30% di popolazione straniera tra i residenti, pari a oltre 11 mila persone.

La scuola Parini è molto attenta al tema dell'inclusione. Di recente, infatti, è stata invitata al Festival dell'Accoglienza, organizzato dalla Pastorale migranti dell'Arcidiocesi di Torino, per raccontare come lavora nel campo dell'accoglienza. Nel 2022 il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, aveva parlato di questa scuola come un luogo ricco "di umanità e persone impegnate quotidianamente nell'integrazione, una delle scuole definite ‘di frontiera' in città con passione professionale, umana e civile".

Ma l'episodio dei crocifissi distrutti apre nuovi spunti. Come evidenzia il preside della scuola, "uno degli obiettivi formativi più importanti è la convivenza e la creazione di una comunità interculturale che comprenda il rispetto delle fedi. Le implicazioni di un gesto del genere possono portare molto lontano, ma per noi quanto accaduto è piuttosto lo spunto per un approfondimento e una riflessione: non ci vediamo una guerra di religione, ma l’occasione di chiarire i termini dei comportamenti e rendere tutti più consapevoli".

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