Alunna in ipotermia, la mamma: “Mia figlia batteva i denti e tremava. Nessuno ha chiamato i soccorsi”
“Mia figlia era pallidissima, con le gambe rigide. Batteva i denti e tremava in modo incontrollato. I soccorsi? Non erano stati neanche chiamati”, così la madre della bambina ricoverata in ospedale a Palermo per il troppo freddo patito a scuola. L'istituto coinvolto è il "Boccadifalco Tomasi di Lampedusa" al quale appartiene la scuola elementare Emanuela Loi frequentata dalla bambina coinvolta.
In un'intervista rilasciata a laRepubblica, Rosaria, la madre della piccola ha spiegato di essere stata chiamata dalla segreteria della scuola e di aver raggiunto l'istituto poco dopo. Dopo aver constatato le condizioni della figlia che tremava per il freddo, ha temuto il peggio, e così ha deciso di allertare il 118 che fino a quel momento, sembra, non fosse stato chiamato.
“Nel frattempo l’abbiamo portata in segreteria dove era più caldo – prosegue la donna nel suo racconto – quando con un filo di voce mi ha detto ‘mamma scusami, mamma ti voglio bene' ho temuto il peggio. Ho temuto di perderla”. In pochi minuti la piccola sarebbe stata soccorso e poi trasportata in ospedale dove le è stata diagnosticata una virosi respiratoria: “Ora fortunatamente sta meglio – spiega – ma è ancora molto provata, dobbiamo continuare la terapia che ci hanno dato i medici”.
In merito alla situazione all'interno della scuola e all'impianto di riscaldamento guasto, la mamma della piccola si chiede perché "si è aspettato che avvenisse qualcosa di grave per risolvere un problema noto da tempo. E la cosa non ha richiesto neanche grande sforzo". Come confermato a Fanpage.it dalla preside della scuola, Rosaria Corona, venerdì sono intervenuti i tecnici per riparare l'impianto di riscaldamento che sarebbe guasto da più di un anno.
“Perché non si è fatto prima? – le parole della donna – io posso solo essere grata ai compagni di classe di mia figlia, perché si sono subito resi conto della situazione e hanno dato l’allarme. Altrimenti non so cosa sarebbe successo”. I compagni di classe hanno chiamato la loro amichetta per dirle grazie perché è grazie a lei che è stato riparato il guasto. Loro sono dolcissimi, lei era contenta, ma a me tutto questo fa solo rabbia.