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Alunna down esclusa dalla foto “ufficiale” di fine anno: per lei una foto a parte

A Senise, un piccolo paesino di Potenza, una bambina down è stata “tagliata fuori” dalla foto ufficiale di fine anno della sua classe: tutti gli amichetti insieme senza di lei, mentre come ricordo di fine anno alla piccola e alla sua famiglia è stata riservata una foto ad hoc. Binetti: “Una piccola grande crudeltà da parte di adulti che ben poco sanno e capiscono di diversità e di integrazione”.
A cura di Daniela Caruso
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 bambina down è stata "tagliata fuori" dalla foto ufficiale di fine anno della sua classe: tutti gli amichetti insieme senza di lei, mentre come ricordo di fine anno alla piccola e alla sua famiglia è stata riservata una foto ad hoc

Si può parlare di discriminazione razziale, etnica, politica, religiosa. Sappiamo che è un male che non accenna ad abbandonare l’indole umana, quasi come se tale atteggiamento fosse insito nella natura stessa degli individui. Ma quando si sente parlare di discriminazione in classe, qualche problema ce lo dobbiamo porre, soprattutto se il soggetto della discriminazione è una bambina down, una creatura esclusa dalla foto di classe, solo perché portatrice di un ritardo. Accade a Potenza, nel piccolo paesino di Senise, dove la piccola non è stata inclusa nel ritratto fotografico di fine anno della classe quinta della scuola elementare che frequenta. Un brutto colpo non solo per la bambina, ma anche per la famiglia, stupitasi del comportamento delle insegnanti, soprattutto quella di sostegno che, anche senza la sua alunna, si è messa in posa per farsi scattare la foto ricordo.

Però alla bambina e ai suoi genitori è stato dato un “contentino”: infatti, la ragazzina ha posato per una foto ricordo ad hoc, non diffusa alle altre famiglie dei suoi compagni di classe, ma solo alla sua di famiglia, quasi ad attribuirle un'onta per la sua condizione. I bambini,  si sa, sono vispi, vivaci e, in molti casi, esprimono grandi capacità di osservazione: un amichetto della bimba, infatti, si è accorto che le due foto scattate erano diverse, poiché in una comparivano tutti, compresa la bambina down, e nell’altra solo quelli “sani”. Le maestre si sono giustificate dell’accaduto, dicendo che forse c’era stato un errore, una fatalità derivata da un atteggiamento di “leggerezza” e che le due foto erano state scattate perché forse la prima era venuta male.Il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha dichiarato in merito alla vicenda che:

“La lotta alla discriminazione, di qualunque tipo, comincia proprio dall'educazione al rispetto nelle scuole. Non possiamo rimanere indifferenti, né possiamo permettere che errori come quello accaduto in Basilicata si ripetano, perché sono altamente diseducativi e lesivi della dignità della persona”,

mentre l’Onorevole Paola Binetti dell’Udc ha sottolineato che il fatto di:

“Aver cancellato quella bambina down dalla foto di gruppo con le compagne e le maestre è stata una piccola grande crudeltà da parte di adulti che ben poco sanno e capiscono di diversità e di integrazione. Un'altra brutta pagina per la scuola italiana e un brutto messaggio per chi crede che la vita meriti sempre di essere vissuta”.

Superficialità, distrazione o semplicemente intenzione di creare un quadretto in cui gli elementi erano perfetti? È così difficile accettare una bambina con delle problematiche? La domanda è estesa, ovviamente, a tutti, compresi gli insegnanti che hanno il compito di integrare gli alunni nel processo di socializzazione di cui la scuola dovrebbe farsi portatrice e non creare distanze e vuoti tra compagni di classe, ma anche tra famiglie e istituzione scolastica.

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