Altavilla Milicia, migliaia di fiaccole per le tre vittime del “delirio mistico”: una città sotto choc
Migliaia di persone. Un fiume di fiaccole accese, ad Altavilla Milicia (provincia di Palermo) per ricordare Antonella Salamone (42 anni), Kevin (16) ed Emanuel (cinque): le tre vittime del "delirio mistico" del marito e padre, Giovanni Barreca, 53enne che nella notte tra sabato e domenica scorsi ha confessato il delitto.
Assieme a lui, sono accusati del triplice assassinio Sabina Fina e Massimo Carandente, coppia palermitana che avrebbe trascinato l'uomo nella "escalation" di torture, così l'hanno definita i magistrati, che si è conclusa con le tre morti. Accusata di omicidio pluriaggravato in concorso e occultamento del cadavere della madre è la primogenita di Barreca, una ragazza di 17 anni, che avrebbe attivamente partecipato alle violenze.
A guidare la processione sono tre compagne di scuola di Kevin e della sorella, il liceo artistico di Bagheria. Una di loro, che cammina al centro, tiene un ritratto del giovane dipinto da un suo professore. Le altre hanno cuori intrecciati con la carta. Subito dietro, decine di bambini degli scout, i sindaci dei Comuni del comprensorio e, soprattutto, un sacco di cittadini. Molti giovanissimi, quasi tutti conoscevano almeno di vista le vittime. Chi prendeva con loro il bus per andare a scuola, al mattino. Chi usciva con qualcuno di loro la sera. C'è anche chi aveva frequentato la scuola guida con Salamone, che voleva prendere la patente da adulta.
La manifestazione si snoda silenziosa in mezzo a un paese in cui tutte le serrande sono abbassate in segno di lutto. Un cane che prova ad abbaiare viene rimproverato dal padrone, dentro al giardino, e tace anche lui. Sui palloncini bianchi a forma di cuore, che verranno fatti volare al termine della processione, ci sono scritti i nomi dei protagonisti di una tragedia che nessuno riesce a spiegarsi. Chi non è in strada, si affaccia dai balconi con le luci spente.
A un certo punto, arriva anche il padre di Antonella. Da solo, stavolta senza la moglie. Quando tutti i partecipanti, giunti di fronte alla nuova sede del municipio, applaudono, lui si commuove. È ancora una volta circondato dai carabinieri, che a tratti lo scortano e a tratti lo sorreggono.
"Siamo qui perché vogliamo dimostrare di essere vicini alla famiglia", è la frase che si sente dire più spesso tra chi regge le candele accese. Assieme a "siamo sconvolti, siamo una piccola comunità e questa è una tragedia troppo grande".