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Alpinisti dispersi sul Gran Sasso

Alpinisti trovati morti sul Gran Sasso, i soccorritori: “Abbiamo fatto di tutto per salvarli”

I corpi senza vita di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, rispettivamente 48 e 42 anni, sono tanti trovati questa mattina, 27 dicembre, sul Gran Sasso. Erano rimasti bloccati a 2.700 metri d’altezza, risultavano dispersi da cinque giorni. I familiari dei due alpinisti morti: “Ringraziamo tutti i soccorritori”.
A cura di Biagio Chiariello
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"La nostra mission da soccorritori è sempre quella di portare a casa le persone vive; purtroppo accadono anche queste cose". Daniele Perilli è il presidente regionale del Soccorso alpino e Speleologico dell'Abruzzo. Il suo riferimento è alla tragica scoperta dei corpi dei due escursionisti romagnoli scomparsi qualche giorno fa sul Gran Sasso. Era presente anche lui alle operazioni di ricerca di Cristian Gualdi e Luca Perazzini.

Noi siamo sempre pronti a fare qualsiasi sforzo – ha aggiunto – come questa volta, insieme anche alla Guardia di Finanza: abbiamo fatto di tutto per cercare di risolvere il problema in maniera positiva, purtroppo non è stato possibile, questo ci dispiace molto perché è come una sconfitta per noi".

I familiari di Cristian Gualdi e Luca Perazzini: "Ringraziamo tutti i soccorritori"

Dopo la spiacevole notizia, anche i familiari dei due ragazzi sono intervenuti per "ringraziare tutti i soccorritori per il lavoro svolto in questi giorni". I familiari delle vittime hanno avuto i primi incontri con gli uomini del soccorso alpino della Guardia di Finanza e con altri volontari.

Abbiamo collaborato tutti insieme. Siamo qui per salvare le persone e quando accadono queste cose siamo i primi a rattristarci. Quando non riusciamo a portare le persone a valle per noi è una sconfitta"- commenta Daniele Perilli, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese.

L'impiego del sonar Recco fondamentale per trovare gli escursionisti 

Cristian Gualdi e Luca Perazzini erano scivolati nel Vallone dell'Inferno mentre affrontavano la Direttissima del Corno Grande, a 2.700 metri di quota. Dopo l’invio del SOS, l’ultimo segnale dei loro smartphone è stato rilevato domenica 22 dicembre. Da quel momento, solo silenzio.

Oggi, dopo 5 giorni, grazie alle favorevoli condizioni meteo, si è riusciti ad utilizzare per la prima volta per il sorvolo dell'area, il dispositivo Sonar Recco. Ed è stato fondamentale per individuarli. Purtroppo era già troppo tardi.

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