video suggerito
video suggerito

“Alma Shalabayeva fu sequestrata dai poliziotti italiani”, sette agenti verso il processo

La procura di Perugia ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per gli agenti accusati di sequestro di persona.
A cura di A. P.
4 CONDIVISIONI
Immagine

Alma Shalabayeva fu prelevata illegalmente da casa sua da poliziotti italiani e letteralmente sequestrata insieme alla figlia minorenne per essere rimpatriata senza alcun motivo legale, con la complicità di un giudice di pace e tre diplomatici del Kazakistan. È quanto sostiene la Procura della Repubblica di Perugia nell'avviso di chiusura dell’inchiesta sulla moglie e la figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulse dall’Italia nel 2013 con un ordine successivamente annullato dalla Corte di Cassazione. I pm perugini infatti si apprestano ora a chiedere il rinvio a giudizio per i sette agenti coinvolti tra cui figurano numerosi dirigenti di polizia.

Le indagini sul caso vanno avanti da tempo e vedono iscritti nel registro degli indagati tra gli altri il direttore del Servizio centrale operativo della polizia, Renato Cortese, a capo della Squadra mobile di Roma al momento dei fatti, e il questore di Rimini Maurizio Improta, all'epoca responsabile dell’ufficio immigrazione di Roma. L’imputazione più grave è di duplice sequestro di persona, ma agli indagati vengono contestati a vario titolo anche i reati di falso in atto pubblico, omissioni e abuso d’ufficio.

La vicenda risale al maggio 2013 quando la polizia fece irruzione in una villa a Casal Palocco, su indicazione dell’ambasciata kazaka, per arrestare il ricercato Ablyazov. Lui non c'era, così venne presa la moglie che, dopo un breve riconoscimento formale nel Centro di identificazione ed espulsione, fu immediatamente espulsa dall'Italia insieme alla figlia di sei anni e messa un volo privato per Astana messo a disposizione dalle stesse autorità kazake. I pm ritengono che i poliziotti della Mobile abbiano tratto in inganno prima i colleghi dell’Ufficio immigrazione e poi i magistrati della Procura di Roma che diedero il nulla osta per l’espulsione della donna e della bambina, mentre la catena politico-ministeriale dietro a qule  azione è rimasta fuori dall'inchiesta

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views