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Alluvione nelle Marche, Baldi (Cnr): “Allerta gialla? Non significa che possiamo stare tranquilli”

L’intervista di Fanpage.it. a Marina Baldi, climatologa del Cnr, che ha spiegato perché il nubifragio nelle Marche è stato così violento: “Colpa dei cambiamenti climatici e delle temperature troppo elevate. le polemiche sull’allerta gialla? Non significa che non ci fosse”.
Intervista a Prof.ssa Marina Baldi
climatologa Cnr.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da LaPresse.
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"Il violento maltempo che ha colpito le Marche dipende dal cambiamento climatico, in particolare dalle elevate temperature che si sono registrate questa estate. E purtroppo dovremo abituarci a fenomeni simili, che diventeranno sempre più frequenti. L'allerta gialla? Non significa minore intensità. Non voglio entrare nelle polemiche, ma quello che si aspettava purtroppo è successo".

A parlare a Fanpage.it è Marina Baldi, climatologa del Cnr, che ha fatto il punto della situazione su quello che è successo nelle scorse ore nelle Marche, dove un violento nubifragio ha portato morte e distruzione: il bilancio al momento, secondo fonti della Prefettura di Ancona, è di 11 vittime e 4 dispersi, ma potrebbe ancora aumentare.

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Professoressa Baldi, a cosa è dovuta la violenza di questo fenomeno?

"Sicuramente dipende dalle temperature elevate che abbiamo avuto durante l'estate e ancora a settembre.

Queste, combinate con piccole instabilità che ci sono in atmosfera e che arrivano sul Mediterraneo dall'Atlantico, riescono a formare celle temporalesche che quando passano sulle coste italiane, in particolare del Tirreno, cominciano a scaricare e portano questi nubifragi così intensi. Lo abbiamo visto più volte sul Lazio, la Toscana e la Liguria.

In questo caso specifico, la cella si è mossa verso Est, che poi è il suo tragitto naturale, riuscendo a oltrepassare l'Appennino e a scaricare sulle Marche in un'area molto circoscritta".

Ci dovremmo aspettare altri episodi del genere?

"Purtroppo quello che sta succedendo ormai da alcuni decenni è che questi eventi violenti sono più frequenti, li abbiamo visti anche nelle scorse settimane con grandinate importanti.

Data la quantità di energia che è in gioco in atmosfera e la quantità di umidità, questi eventi possono essere sempre più frequenti nel futuro. La quantità di energia dipende a sua volta dalle temperature elevate e dalla presenza dell'anticiclone di origine africana su tutto il Mediterraneo che ha portato anche la grande siccità di quest'anno. Tutto, a sua volta, è collegato al cambiamento climatico".

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Si poteva prevedere quello che è successo nelle Marche? Ci sono polemiche sul fatto che sia stata lanciata "solo" una allerta meteo gialla

"Abbiamo diversi elementi su cui ragionare. Nell'area in questione stava già piovendo.

Quello che non ci si aspettava era una pioggia così intensa e improvvisa in un territorio così circoscritto. Ci si aspettava, ed infatti era stata data una allerta arancione, nella zona interna, verso la Toscana. Di fatto l'allerta gialla, e questo è un aspetto su cui bisogna ancora lavorare tanto, considera la possibilità che ci siano eventi anche importanti, quindi temporali isolati ma di forte intensità.

Questo tipo di allerta non ci dice che possiamo stare tranquilli, ma che potrebbe esserci un temporale isolato molto violento come quello che si è poi verificato.

L'allerta gialla non è una "non allerta" o una allerta di minore intensità. Quello che non si riesce ancora a capire è che tutte le allerte, dalla gialla alla rossa, hanno loro criticità e vanno capite e interpretate. Su questo ancora si può lavorare.

Non voglio entrare nelle polemiche ma quello che si aspettava purtroppo è successo, più verso il mare adriatico che verso l'interno. C'erano tutti gli ingredienti perché si formasse un temporale isolato di forte intensità. Quello che c'è da fare in questi casi è un monitoraggio in continuo della cella temporalesca.

Le zone dove è caduta tutta questa pioggia erano al di fuori della zona di allerta arancione o rossa e variazioni minime nel percorso delle celle stesse sono difficili da captare e prevedere perché gli strumenti ce li abbiamo ma si tratta di eventi che si verificano nel giro di pochi minuti.

Se la cella trova condizioni favorevoli diventa più violenta e scarica la pioggia. La possibilità che ricapitino eventi del genere, anche nel corso di questa mattinata, è prevista".

Cosa fare per evitare simili tragedie?

"La Protezione civile è l'organo preposto in questi casi perché ha tavoli tecnici dove ci sono esperti e a cui partecipano anche le autorità locali.

Direi che la catena funziona abbastanza bene, abbiamo un servizio buono. Purtroppo c'è l'incertezza nella modellistica e nella nostra capacità di previsione sul breve termine che ancora non riusciamo ad abbattere e di questo bisogna tenere conto. Ma bisogna anche educare tutti noi aa comprendere cosa significano le allerte e a capire che ci sono degli avvisi. Tutto questo va fatto".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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