Alluvione Emilia Romagna, si teme emergenza sanitaria: iniziano vaccini contro malattie infettive
Ci vorranno ancora giorni, almeno una settimana per prosciugare e bonificare l'acqua nei centri abitati colpiti dall'alluvione in Emilia Romagna. Oltre all'acqua, c'è ora il problema dello smaltimento del fango accumulato e del rischio emergenza sanitaria che l'alluvione ha portato con sé. Lo stato paludoso di centri come Conselice, infatti, potrebbe portare a una nuova invasione di zanzare.
Dopo le forti piogge e le allerte meteo rosse che hanno lasciato posto a quelle arancioni per rischio idraulico nella regione, vi è ora il problema delle acque nei centri abitati e nelle cantine, dove la gente deve tornare a vivere. Per allontanare da lì le acque e ottenere risultati in breve tempo, secondo gli esperti, è importante aumentare il numero delle idrovore. Con il numero congruo di macchinari, le operazioni potrebbero richiedere una settimana.
Quanto aspirato, però, deve per forza fare ritorno ai fiumi e per questo motivo una grande quantità di fango verrà dirottata verso il mare Adriatico. La qualità dell'acqua non sarà compromessa, ma per almeno un mese il fango potrebbe continuare ad arrivare dalle foci.
Il rischio frane dopo l'alluvione.
Il rischio frane è collegato alla situazione idrogeologica. Sono state già circa un centinaio le frane nelle zone più collinari, ma bisogna evitare che questi fenomeni possano ulteriormente compromettere i centri abitati e le strade. Saltati anche i sistemi fognari, che sono quasi interamente da ricostruire. Le fogne intasate d'acqua, infatti, non permettono lo scorrimento dei liquami verso gli impianti di depurazione, aumentando così il rischio sanitario.
Per questo motivo, la sindaca di Conselice ha firmato un'ordinanza che impone ai cittadini delle zone ancora allagate di lasciare le proprie case. Non sono mancati i momenti di tensione con i residenti, esasperati dalla situazione precaria e dalle conseguenti disposizioni date dalle autorità.
La campagna vaccinale
Per scongiurare il rischio di un'emergenza sanitaria, sono state aperte diverse campagne vaccinali gratuite per i residenti. Sono iniziate ieri le somministrazioni contro il tetano e altre malattie infettive nella Casa della comunità dell'unione dei comuni della bassa Romagna. Gli acquitrini, infatti, moltiplicano i rischi legati alla proliferazione di danzare che trasmettono i virus Chikungunya, Dengue e Zika.
A Faenza desta invece grande preoccupazione la questione rifiuti, tanto che due grandi aree sono state dedicate solo allo stoccaggio dei materiali recuperati in acqua. A Cesena, dove è ormai stato ripulito il fango del Savio, è stata avviata una prima ricognizione dei danni: in 48 almeno 1600 nuclei familiari hanno segnalato problemi ad abitazioni, cantine, box auto, depositi, auto e arredamenti.
Mentre si inizia a pensare alla ricostruzione e ai risarcimenti danni, Giorgia Meloni chiede "flessibilità sui fondi" da destinare alle vittime. Sono diverse le fonti su cui l'Italia può immaginare di basare il percorso post-disastro: dai 6 miliardi di euro per progetti anti-dissesto del Recovery italiano al Fondo di solidarietà europeo che già aiutò la regione dopo il sisma del 2012.
La visita di Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visiterà i luoghi colpiti dall'alluvione nella giornata di martedì 30 maggio. Dopo le visite di Ursula von Der Leyen e Giorgia Meloni, il presidente Mattarella si appresta a recarsi sui luoghi del disastro.