Allarme vaiolo delle scimmie in Italia, l’Iss spiega cosa fare e cosa non fare per evitare la malattia
L’allerta per il Vaiolo delle scimmie si sta allargando a macchia d’olio in Europa. Sopo i casi in Inghilterra, Spagna, Portogallo e il primo caso in Italia, arrivano segnalazioni anche dalla Francia e da altri Paesi extra Ue come il Canada. Per questo l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa anche il nostro Istituto superiore di sanità per monitorare attentamente segnalazioni sintomi e diffusione del virus.
In particolare, l’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale della diffusione del Vaiolo delle scimmie. Al momento, oltre al caso confermato, vi sono due casi sospetti, sotto indagine allo Spallanzani di Roma
Lo stesso Iss ha lanciato alcune raccomandazioni sui comportamenti da tenere in caso di sintomi sospetti e in caso di contatto con persone contali sintomi. Le raccomandazioni prevedono in caso di insorgenza di sintomi sospetti di restare a casa a riposo, ad esempio qualora insorga la febbre, e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. L’avvertimento implicito è a non andare in giro col rischio di diffondere la malattia ma di avviare subito gli accertamenti del caso.
“Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner” spiegano dall’Istituto superiore di sanità. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.
Il Monkeypox o vaiolo delle scimmie è una infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma con minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale. Si può trasmettere da uomo a uomo invece attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee.
I sintomi del Vaiolo delle scimmie nell’uomo sono rappresentati da febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Secondo l’Iss, La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario.
Secondo l’Ecdc, il vaccino contro il vaiolo classico è efficace anche contro il Monkeypox quindi chi è vaccinato è molto più protetto. Per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, infatti gli antidoti “possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”. “Se nel paese sono disponibili vaccini contro il vaiolo, la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio" di soggetti infettati dal virus del vaiolo delle scimmie "dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio" spiegano dall’Ecdc. In Italia la vaccinazione anti vaiolo però è stata abolita nel 1981.