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Allarme sanità al San Camillo di Roma: “Mortalità aumentata e sovraffollamento”

La denuncia è stata effettuata dall’associazione nazionale dei medici dirigenti: situazione preoccupante.
A cura di Davide Falcioni
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L'Anaao, associazione dei medici dirigenti, lancia un allarme su uno dei più importanti ospedali di Roma: "Il San Camillo Forlanini – scrive –  è allo stremo e non è più in grado di sostenere la missione che gli compete. Le criticità più rilevanti sono: preoccupante aumento della mortalità in Pronto Soccorso tra i pazienti in codice verde, i meno critici: 3 decessi nel 2005, 30 nel 2011, 57 nel 2012. Nel primo trimestre 2013 i decessi sono stati già 16. L’Anaao Assomed ha già segnalato nel luglio 2011 e nel novembre 2012 questo dato alla Direzione generale: nessuna risposta. Prolungata permanenza in barella, nella mortificante attesa di un posto letto. Nel 2011 hanno stazionato per più di 48 ore 1181 pazienti, che sono diventati 1588 nel 2012 e sono già 420 nel primo trimestre 2013. Necessità quotidiana di allestire posti letto in soprannumero nei corridoi dei reparti".

Ma l'associazione denuncia anche  "gravi carenze nella dotazione organica di infermieri, medici, tecnici. In reparti come la neurochirurgia e la neuroradiologia interventistica l’attività programmata, anche per patologie di rilievo, è ferma da mesi e vengono eseguite solo le procedure in urgenza".  Per non parlare della situazione del pronto soccorso, descritta come disastrosa: "Nel Pronto soccorso i protagonisti del sovraffollamento sono pazienti critici, anziani e con più patologie, mai con patologie minori. Persone che avrebbero diritto ad un posto letto, ad un comodino e alla disponibilità di servizi igienici vengono invece assistite e curate per giorni e giorni su di una barella in assoluta, intollerabile promiscuità. Senza distinzione di sesso, uomini e donne a distanza di pochi centimetri l’uno dall’altro. Una totale mancanza di attenzione alla dignità della persona, alla sicurezza delle cure, alla professionalità di chi li assiste. In tutti i reparti le gravi carenze d’organico e di postiletto sono state finora fronteggiate solo grazie alla grande disponibilità e professionalità del personale che con spirito di appartenenza non ha gettato la spugna: l’autogestione è il modello organizzativo che finora ha impedito il naufragio".

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