Allarme obesità infantile: a scuola un bambino su tre è obeso
Il problema dell'obesità infantile ormai è diventato quasi patologico nelle economie occidentali e l'Italia non è immune. Secondo uno studio effettuato nel nostro Paese su un campione di quasi 3mila bambini di età compresa tra 6 e 13 anni, infatti, più di un bambino su tre nella fascia di età considerata è risultato obeso. La ricerca in particolare ha riguardato gli alunni della scuola dell'obbligo ed è stato realizzato proprio nell'ambito del progetto pilota per la prevenzione dell'obesità infantile nelle scuole "Health on the move", presentato all'Expo 2015 di Milano e promosso dall'Associazione Ricerca e Terapie Oncologiche Integrate. Nel dettaglio, la ricerca è stata condotta nel Lazio su un campione di 2.902 soggetti, maschi e femmine, 1.899 dei quali nelle scuole elementari e 1.003 alle medie. Nonostante le campagne di sensibilizzazione sul problema portate avanti negli ultimi anni tra piccoli e famiglie, i risultati però non sono stati confortanti.
"Abbiamo trovato riscontri ancora peggiori rispetto ai dati di uno studio svolto di recente dal Ministero della Salute" ha spiegato infatti la ricercatrice a capo del progetto, Marina Aimati, membro della Fondazione Italiana per la Lotta all'Obesità Infantile. Lo studio ha anche raccolto alcuni dati molto significativi per capire meglio il problema. La ricerca infatti ha rilevato che l'obesità riguarda i più piccoli visto che all'interno degli istituti elementari il 29,3% degli studenti è obeso, ma il problema aumenta con l'età adolescenziale quando la percentuale sale al 33,6% e riguarda in particolare le ragazze. Proprio nell'adolescenza il problema rischia di diventare cronico visto che "in questa fascia di età chi ha problemi di peso rischia di portarseli anche nell'età adulta".
"Proprio noi che esportiamo la dieta mediterranea, abbiamo un tasso di obesità infantile quasi pari a quello degli americani" ha sottolineato l'esperta. Per questo la proposta è quella di aiutare maggiormente i bambini una vita salutare, incoraggiandoli a correggere una cattiva alimentazione e lo stile di vita sedentario. "In Italia questa strategia costerebbe 17 euro a persona e potrebbe salvare 150 mila persone che ogni anno muoiono per conseguenze legate all'obesità come diabete, malattie cardiovascolari e cancro" spiegano gli esperti.