Allarme liste d’attesa: quasi 18 milioni di prestazioni sanitarie rinviate a causa del coronavirus
Da quando la situazione epidemiologica è tornata sotto controllo, sono ripartite anche tutte quelle visite e prestazioni sanitarie che erano saltate a causa dell'emergenza coronavirus. Ma non si tratta solo di qualche esame o qualche cura: si parla di quasi 18 milioni di prestazioni andate in standby a causa della pandemia. A denunciare questi numeri preoccupanti è il segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed, Carlo Palermo:"L’allungamento delle liste d’attesa rischia di trasformarsi in una grande crisi di fiducia dei cittadini nei confronti del Ssn. L’epidemia da Covid 19 ha costretto gli ospedali a concentrare le proprie attività sulle urgenze e sui pazienti affetti dal virus. La gran parte delle attività ordinarie è stata sospesa e oggi le attese si misurano in semestri se non in anni in alcune regioni. Sono state sospese 13 mln di visite specialistiche, 300 mila i ricoveri non effettuati, 500 mila gli interventi chirurgici e ben 4 mln sono gli screening oncologici rimandati", ha affermato in un video pubblicato su Facebook.
E ancora: "Rischiamo di peggiorare la prognosi di tutti i cittadini costretti a questa ulteriore attesa e per questo abbiamo bisogno di interventi urgenti da parte del Governo". Palermo sottolinea come servano innanzitutto nuove assunzioni: "Abbiamo più volte segnalato la carenza di personale, dal 2010 al 2018 si calcolano siano stati tagliati 40 mila posti di lavoro nel Ssn. Bisogna rapidamente stabilizzare tutti i contratti precari che si sono attivati per far fronte all’epidemia".
Per il segretario nazionale di Anaao Assomed è anche importante "incrementare i fondi destinati alla produttività aggiuntiva". Quindi spiega: "500 mln sono previsti nel decreto agosto ma non sono sufficienti in base ai numeri che ho ricordato e pertanto bisogna verosimilmente raddoppiarli se non triplicarli. Bisogna incrementare l’investimento sugli ospedali perché bisogna ricordarsi che l’attività ordinaria è stata sospesa per l’anzianità dei nostri ospedali, per la mancata previsione della separazione tra malati infetti e non".